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Perché mi candido

Mi candido perché Milano deve tornare ad essere la città delle opportunità. Una città viva e capace di anticipare le migliori tendenze economiche e culturali. Nei suoi momenti più fortunati come in quelli che lo sono stati meno, la nostra città ha sempre nutrito uno spirito di frontiera.

Milano vive e ama il progresso, premia e ammira il successo, ma sa anche fare comunità, prendersi cura del bene comune, sostenere chi sta peggio. Noi crediamo nei milanesi. Nella loro straordinaria energia. Nella contagiosa voglia di fare che mettono nelle cose, anche le più piccole. Nella generosità che impiegano a vantaggio di chi fa più fatica. Nella genialità che sanno applicare sia all’utile che al bello. Nell’amore che nutrono per la loro città.

Il punto centrale del nostro programma è proprio questo: noi crediamo nei milanesi. Per leggere tutto il nostro programma vai a questo link: http://www.stefanoparisi.it/download/programma-politico-stefano-parisi-milano-2016.pdf

Altre informazioni

Nato a Roma nel 1956. È sposato con Anita da 32 anni, hanno due figlie di 28 e 26 anni, Sarah e Camilla. Ha un cane di nome Mirò. Adora la corsa e la bicicletta.

Gli incarichi e il primo impegno per la città di Milano
Laureato in Economia, ha esordito negli uffici studi del sindacato, per poi approdare nel 1984, a soli 28 anni, al Ministero del Lavoro come Capo della segreteria tecnica. Negli anni successivi svolgerà lo stesso incarico alla Vice Presidenza del Consiglio e al Ministero degli Esteri. Dal 1992 al 1997 è Capo del Dipartimento per gli Affari Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri con Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Silvio Berlusconi, Lamberto Dini. Lascerà l’incarico nel 1997, dopo alcuni mesi di collaborazione con Romano Prodi, per accogliere la proposta di Gabriele Albertini di diventare City manager del Comune di Milano

Dal 1997 al 2000 è protagonista, a fianco di Albertini, della grande stagione nella quale nascono i progetti urbanistici che hanno cambiato il volto di Milano.

Gli anni alla guida di Fastweb
Nel 2000 Antonio D’Amato lo chiama di nuovo a Roma, come Direttore generale di Confindustria. In questo periodo gestisce con equilibrio una fase molto delicata di tensioni sociali e di trasformazione delle regole del lavoro e del rapporto con il sindacato.
Nell’ottobre 2004, al termine della Presidenza D’Amato, torna a Milano come Amministratore delegato di Fastweb, facendone l’azienda più avanzata in Italia del settore delle nuove tecnologie, della rete, delle telecomunicazioni.
In questa veste sarà chiamato alla guida prima di ASSTEL, l’associazione di rappresentanza delle imprese delle Telecomunicazioni aderente a Confindustria e poi di Confindustria Digitale, la Federazione di Confindustria che rappresenta le imprese italiane dell’ICT, di cui terrà la presidenza fino al 2014.

Dalla start up digitale a oggi
Intanto, nel giugno del 2012 fonda CHILI Spa, di cui è Presidente. CHILI è la prima piattaforma italiana di distribuzione di film in streaming. Una start up di successo che ha dato lavoro a una settantina di giovani, fra i migliori laureati delle università milanesi.
Nel febbraio 2016 accetta l’invito dei partiti del centro-destra, e di molti esponenti della cultura e dell’imprenditoria milanese, a candidarsi a Sindaco di Milano. Lascia quindi ogni incarico operativo nell’azienda che ha creato.