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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 01-06-2012 alle 20:40

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SI TRASMETTE IL DISCORSO INTEGRALE DEL SINDACO GIULIANO PISAPIA, TENUTO SUL SAGRATO DEL DUOMO DURANTE L'INCONTRO CON PAPA BENEDETTO XVI

Piazza Duomo, 1 giugno 2012

Santità
È con profonda emozione che le do il benvenuto a Milano. 

A nome mio e a nome di quella grande famiglia che è la città che amministro. 

Benvenuto dai milanesi e dagli uomini e dalle donne che arrivano da 170 paesi del mondo e che hanno scelto Milano come loro città. Nuovi milanesi, come il nostro patrono, Sant’Ambrogio. Che non era milanese, e nemmeno italiano. 

Benvenuto dai cattolici, che sono la maggioranza della nostra Milano e che oggi sono pieni di gioia; benvenuto anche dai credenti di ogni altra religione perché la fede non può essere motivo di divisione, ma deve essere soprattutto motivo di coesione.  Benvenuto anche dai non credenti. 

Sono le diversità che definiscono i nostri tempi. Diversità di cultura, di credo; 
di benessere e di possibilità di vita. 
Diversità di razze, di colori, di speranze. 
E la diversità non può e non deve essere motivo di scontro. 
Può e deve essere fonte di aggregazione, di ricchezza, di unità. E, comunque, a tutte e a tutti deve essere garantita parità di diritti. 

Sono certo che noi possiamo fare tanto se i nostri valori sapranno unire invece che dividere.

Credo sia giusto parlare con franchezza, guardandosi negli occhi. L’importante, poi, è come si continua: 
per costruire bisogna proseguire spalla a spalla, guardando insieme verso un unico obiettivo.

Con il Cardinale Scola – siamo arrivati quasi insieme a guidare la città – stiamo cercando di camminare fianco a fianco.  
Ci sono parole, ci siamo detti, che non possono che unirci: accoglienza, responsabilità, servizio. 

Quello che stiamo facendo è cercare di abbattere barriere, di essere aperti al contributo di tutti al di là delle bandiere e al di sopra delle etichette.
Io penso che bisogna gettare dei ponti. 
Non alzare dei muri.

La famiglia e il lavoro, oggi, sono il nostro <ponte>. Soprattutto oggi, che la crisi ci impone di riflettere e di cambiare. 

Credo che il messaggio rivoluzionario di Cristo si sposi oggi ancora più facilmente con il messaggio di chi vuole ridurre le differenze, alleviare la miseria, portare nel mondo la giustizia. 

Con umiltà, che è il modo in cui intendo questa mia missione laica, voglio dire che paradossalmente questa crisi può aiutarci. 

Ad andare alla sostanza delle cose.
A liberarci dell’effimero.
A mettere la giustizia sociale, e non il profitto, al centro di ogni decisione.  

Io voglio essere ottimista, anche se ogni giorno vedo le difficoltà e le confesso il mio dolore quando vedo il lavoro che manca, le famiglie che non arrivano alla fine del mese, donne e uomini che fanno la fila per u n piatto di minestra o un pezzo di pane…  
Ma se guardo avanti vedo che la crisi potrà darci l’opportunità di cambiare. 
Di cambiare gli stili di vita. 
Di apprezzare una maggiore sobrietà. 

Questa crisi può aiutarci ad andare alla sostanza delle cose.
Anch’io – come lei – mi sento di dire ai giovani: non scoraggiatevi.

Ho seguito i lavori di Città del Messico e ricordo di aver pensato che il tema – la famiglia, il lavoro - scelto per il nuovo incontro mondiale che si sarebbe tenuto proprio qui, a Milano era un tema che mi appassionava. Ma non avrei mai pensato, allora, di essere io ad avere l’onore di accogliere lei, Santo Padre, e un milione di persone che arrivano da oltre 150 Paesi. 

È un pezzetto di mondo… è una magnifica occasione di cui la città di Milano la ringrazia, e anch’io, Sindaco di Milano, la ringrazio.

La famiglia. Qual è il significato della parola famiglia? Famiglia significa amore, rispetto, solidarietà. E significa scelta, scelta di condividere un pezzo di strada. 
La famiglia è, in piccolo, la nostra società.

Vengo da una famiglia numerosa – siamo sette fratelli, tantissimi zii, un’infinità di cugini – e anche noi, come Lei con suo fratello, guardavamo insieme in televisione il commissario Rex.

So – anche da laico - che la famiglia è il primo mattone della società.  Le famiglie sono spesso la vera colonna del sostegno sociale dei più deboli, e pagano oggi il prezzo più alto. 
E la famiglia – le famiglie – hanno la priorità nelle nostre preoccupazioni. 

Ci interessa anche il loro tempo. 
E come lei, penso, che la domenica debba essere il loro tempo. 

Ci interessa la loro vita. 
Il cibo che mangiano. Ed è per questo che Milano si prepara, con L’Esposizione Universale del 2015, ad un ulteriore importante momento di apertura al mondo su un tema di cui andiamo fieri: <Nutrire il pianeta, energia per la vita>.

E che sarà il nostro contributo di speranza per un futuro migliore, per un mondo più giusto, nel rispetto dell’ambiente, dell’energia pulita, dello sviluppo sostenibile, dell’alimentazione come diritto primario di ogni individuo.

Troppo spesso, oggi, al di là delle parole, le famiglie si sentono abbandonate, non sostenute, obbligate a trovare solamente al proprio interno le risorse per sopravvivere. 

Troppo spesso tante donne sono costrette a portare sulle loro spalle tutto il peso del futuro delle loro famiglie e troppo spesso, nelle case, le donne sono oggetto di violenza. 
Questo non deve più essere. 

Allora da qui, oggi, Santo padre,  
da Milano che grazie a lei si trova al centro del mondo, 
può ripartire un messaggio forte che dia nuovo impulso alla formazione di tutte le realtà familiari.

Da questo Duomo vogliamo lanciare una parola di speranza e di apertura: lavoreremo insieme perché nessuno si senta più solo.

Grazie, Santità.

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