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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 08-06-2012 alle 12:32

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/06/08/news/allarme_per_il_verde_in_citt_il_comune_taglia_133_alberi-36768205/

IL CASO

Allarme per il verde in città
il Comune taglia 133 alberi

Il tarlo asiatico sta intaccando platani, betulle, aceri e olmi dalla periferia al centro
La soluzione è una 'vespa predatrice' che mangia le larve: sarà in azione da luglio
di FRANCO VANNI

La circolare non lascia speranza: 133 alberi in città vanno abbattuti perché contaminati dal tarlo asiatico. Il parassita del legno, arrivato in Lombardia dieci anni fa, ha attaccato platani, pruni, aceri e betulle. Alcune piante, come due olmi in via Baroni, in zona Gratosoglio, sono già morte, divorate dal coleottero dell’estremo Oriente. Altre sono in condizioni precarie e per evitare l’estendersi del contagio il fusto andrà segato. L’avviso del Servizio fitosanitario regionale mette in guardia sul fatto che «si valuterà di volta in volta il rischio» e si potrà quindi «ordinare l’abbattimento di ulteriori piante non sintomatiche nel raggio di 20 metri da quelle infestate». Il numero delle “condanne” potrebbe quindi aumentare di molto.

Brera, sos per la paulonia (foto)

Nella lista dei fusti destinati a essere segati ci sono betulle e aceri in via Novara, pruni in via Quarti a Baggio, filari di platani in via Diotti al confine con Settimo Milanese, aceri e pruni in via Taggia a due passi dall’ospedale San Carlo, altri pruni in via Bianca Milesi, zona Forze Armate. «In città ci sono focolai che vanno subito bonificati - spiega Silvestro Acampora, tecnico del servizio di alberatura del Comune - il tarlo asiatico qui ha trovato terreno fertile, caso raro al mondo in un’area urbana». Come indicato dall’Unione europea, «a scopo di quarantena» Comune e Regione hanno avviato un monitoraggio delle piante sensibili, trattate con insetticidi. «Nonostante questo - spiega Acampora - in caso di infestazione in atto è necessario abbattere la pianta».

Il taglio dei 133 alberi sarà completato entro fine giugno, per evitare che i tarli possano moltiplicarsi. «Per riprodursi l’insetto impiega due anni  spiegano i tecnici  e lasciare larve vive significa protrarre l’infestazione per molto tempo». Per neutralizzare le larve i tronchi saranno poi ridotti in trucioli. Il legname verrà accumulato nella cava recintata Ongari, al parco delle Cave, e bruciato in termovalorizzatori. «Stiamo attuando tutti gli interventi necessari a contenere il contagio - dice Pierfrancesco Maran, assessore all’Ambiente - ogni volta che siamo costretti ad abbattere un albero, comunque, ne ripiantiamo un altro nel minor tempo possibile». Aldo Ugliano, presidente del consiglio di Zona 5, aggiunge: «Gli abitanti del Gratosoglio sono preoccupati per la sorte degli olmi, ma sappiano che si interviene proprio per evitare di dovere abbattere in futuro altre piante».

Fra i progetti di Comune e Regione per contrastare il contagio c’è l’allevamento di una vespa predatrice in grado di mangiare le uova del tarlo asiatico. La coltura è in corso a Vertemate con Minoprio: gli insetti saranno liberati in città in luglio, a partire dal parco delle Cave, dopo che i tarli avranno deposto le uova. Si spera così di eliminare un’infestazione che va avanti ormai da un decennio. «L’ipotesi  dice Acampora  è che il primo focolaio sia partito nel 2000 dall’aeroporto di Malpensa, a causa di bonsai infetti arrivati dalla Cina». Da allora la Regione ha avviato campagne di comunicazione per aiutare i cittadini a riconoscere il parassita. E funziona, spiega il tecnico: «In via Baroni, come al parco Berna al Lorenteggio, le segnalazioni ci sono arrivate proprio dai residenti».

(08 giugno 2012)

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