Rispondi a:

Inviato da avatar Oliverio Gentile il 07-07-2012 alle 22:15

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/07/07/news/fine_lampo_della_provincia_nel_2014_ma_rebus_sulla_citt_metropolitana-38666763/

IL CASO

Milano, addio alla Provincia nel 2014
ma è rebus sulla città metropolitana

Si passa alla Grande Milano, ma restano i Comuni. I confini, le attribuzioni e gli organi del nuovo ente inserito in extremis nel decreto varato dal governo sulla spending review
di ORIANA LISO

L’architettura della futura città metropolitana di Milano è nero su bianco, nella bozza di decreto che giovedì notte è stata varata dal Consiglio dei ministri. Ma è una architettura ardita, per molti versi, e ancora troppo esposta ai dubbi che, infatti, iniziano a serpeggiare tra Provincia e Comuni coinvolti. La spending review del governo Monti fissa al primo gennaio 2014 la soppressione della Provincia di Milano con contestuale istituzione della città metropolitana. Vuol dire che per quella data - o prima, se dovesse essere sciolta per altri motivi la giunta di Palazzo Isimbardi - la Provincia cesserà di esistere, senza attendere la scadenza naturale del mandato. Ma, al di là dei tempi, non è chiaro come si eviterà la duplicazione di strutture e funzioni tra la futura città metropolitana e i 135 Comuni del milanese, i cui Consigli comunali resteranno in vigore, così come le giunte.

L’articolo 18 del decreto - composto a sua volta di 11 punti - spiega che il territorio della città metropolitana coinciderà con quello della provincia soppressa, e che gli organi che si costituiscono sono il Consiglio metropolitano e il sindaco metropolitano, «il quale può nominare un vicesindaco e attribuire deleghe ai singoli consiglieri». Già destinato a suscitare polemiche è il modo in cui verrà scelto il sindaco. Il decreto infatti stabilisce che «in sede di prima applicazione il sindaco del Comune capoluogo è di diritto il sindaco metropolitano» - e quindi il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, soluzione che non piace alla Provincia - ma poi sarà lo statuto (da approvare entro sei mesi) a decidere quale criterio usare per i successivi sindaci: lasciare che sia di diritto il sindaco del capoluogo o eleggerlo a suffragio universale e diretto.

Altro punto controverso è quello sulla composizione del Consiglio metropolitano: per il governo deve avere 16 consiglieri (avendo Milano più di tre milioni di abitanti, altrimenti il numero scende a dodici o dieci) «eletti, tra i sindaci dei Comuni compresi nel territorio della città metropolitana, da un collegio formato da questi ultimi e dai consiglieri dei medesimi Comuni, secondo le modalità stabilite per l’elezione del Consiglio provinciale e con garanzia del rispetto del principio di rappresentanza delle minoranze». Un Consiglio di secondo livello, quindi, che dovrà essere effettivo entro 45 giorni dalla proclamazione del sindaco, e dopo altri 15 giorni dovrà essere convocato il primo Consiglio metropolitano: sindaco, consiglieri e vicesindaco saranno cariche «a titolo esclusivamente onorifico», quindi senza «alcuna forma di remunerazione, indennità di funzione o gettoni di presenza».

Una soluzione, quella dell’assemblea formata dai sindaci, su cui già annunciano battaglia in tanti, accusandola di «scarsa rappresentanza democratica», come spiegava il presidente della Provincia Guido Podestà, auspicando le elezioni come «scelta doverosa per una democrazia avanzata e matura». Nota anche Roberto Caputo, vicecapogruppo Pd a Palazzo Isimbardi: «Ci sono forti dubbi di costituzionalità sul percorso indicato e sulle scadenze, il Consiglio provinciale diventi reale protagonista di questo cambiamento».

La bozza approvata a sorpresa nella notte (inizialmente si pensava di rimandare la questione di un mese, insieme al taglio delle piccole province) fissa anche le funzioni della futura 'Grande Milano': oltre ai compiti fondamentali della Provincia, si dovrà occupare anche della pianificazione territoriale generale e delle reti infrastrutturali, della gestione dei servizi pubblici di ambito metropolitano, di mobilità e viabilità, di promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale. Come cassa avrà il patrimonio e le risorse umane e strumentali della Provincia soppressa («a cui ciascuna città metropolitana succede a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi») e potrà «delegare poteri e funzioni ai Comuni, in forma singola o associata, con il contestuale trasferimento delle relative risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per il loro svolgimento».

(07 luglio 2012)

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta