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Inviato da avatar Anna Scavuzzo il 24-07-2012 alle 17:06

Intervento di Anna Scavuzzo – delibera di iniziativa consiliare
Riconoscimento delle unioni civili. Approvazione regolamento.
Consiglio Comunale di Milano – 23 Luglio 2012

Dopo aver ascoltato tutti gli interventi che mi hanno preceduta – molti dei quali ho condiviso, altri meno – non mi soffermerò a riprendere i dettagli di un argomento già ampiamente affrontato e approfondito in questo dibattito.
Mi limito a constatare che la società odierna è caratterizzata da una pluralità di forme di vita associata, di convivenze frutto di dinamiche sociali o economiche, scelte di tipo affettivo.
Questo non accade solo in Canada, in Francia o negli Stati Uniti.
Accade anche in Italia, accade in particolare nella nostra città.

In molti casi queste relazioni di convivenza costituiscono un’occasione di realizzazione delle persone e delle loro relazioni, e offrono la possibilità di creare un tessuto di rapporti sociali più forte di quello che potremmo immaginare in una società disgregata e individualista.

Esse ci appaiono – anzi, sono – meritevoli di rispetto (guai a definirle incivili) e di un riconoscimento istituzionale, oltre che di tutela.
Istituire il registro delle unioni civili esprime la volontà di dare questo riconoscimento e questa tutela.
In modo particolare mi riferisco a quanti non hanno alternative, per esempio le coppie di persone omosessuali.

Mi è stato chiesto, giustamente, di affrontare questa delibera con coscienza, e – come già ha richiamato il consigliere Cappato – posso dire che tutti i voti che mi trovo a esprimere sono voti per me espressi secondo coscienza.
Dopo aver approfondito l’argomento ed esserci confrontate, in coscienza ritengo, riteniamo  (e non siamo le sole) di poter dire che non è male che persone decidano, in luogo di relazioni fragili oppure occasionali, di convivere con una certa stabilità. Perché dovrebbe allora essere male che tali relazioni siano riconosciute e tutelate?

La presente delibera richiama questi concetti in modo chiaro, ribadendo che tale riconoscimento è proposto secondo modalità rispettose tanto dell’articolo 2 della Costituzione, quanto dell’articolo 29. Le presidenti Sonego e D’Amico lo hanno ribadito anche nei loro interventi a illustrazione della delibera.

Le parole della Corte Costituzionale richiamate in delibera ci aiutano a far chiarezza.

[rif. “Per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri” (138/2010)].

Tutto ciò premesso, non ritengo – non riteniamo – che ritardare la decisione di istituire il registro delle unioni civili possa permettere di formulare proposte giuridicamente più valide o che trovino una miglior sintesi a livello locale.
A partire dall’istituzione del registro si potrà valutare se e come sarà  necessario o utile modificarne il regolamento, migliorarlo, potenziarlo.

Il significato politico di quest’atto amministrativo ha suscitato dubbi e perplessità, anche e soprattutto nell’ambiente cattolico, cui anche noi consigliere della Lista Civica apparteniamo: ci pare sia un ulteriore forte richiamo perché si operi per l’adeguamento della disciplina giuridica all’effettiva sostanza dell’evoluzione sociale: e cioè la richiesta di elaborare forme di garanzia per i diritti e i doveri che sorgono dai legami differenti da quelli matrimoniali, ivi comprese le unioni omosessuali.

Non sono, non siamo, contrarie all’istituzione di un registro delle unioni civili anche nella nostra città. Tutt’altro.
La sede più opportuna per discutere una normativa che abbia valenza di Legge non è questa, e lo sappiamo: il registro, però, è un atto amministrativo che avrà valenza nelle materie di competenza del Comune e come tale lo sosteniamo.

Anna Scavuzzo
Presidente Gruppo Consiliare Milano Civica per Pisapia
Milano, 23 Luglio 2012

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