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Inviato da avatar Paola Bocci il 24-07-2012 alle 20:03

INTERVENTO IN CONSIGLIO SULLA PROPOSTA DI DELIBERA PERIL RICONOSCIMENTO DELLE UNIONI CIVILI.

Prima di poter esprimere i motivi che mi hanno portato ad essere tra le firmatarie di questa delibera, vorrei dire che sono orgogliosa e contenta che su questo tema lo strumento d’azione sia stato promosso dal Consiglio Comunale, da consigliere e consiglieri che sono stati eletti dai cittadini della nostra città.

E’ stato un percorso non sempre facile, ma è un risultato importante, ringrazio Marilisa D’amico e Anita Sonego per aver promosso e proposto diverse e continue possibilità di approfondimento e discussione in commissione consiliare, perché maggioranza e opposizione potessero ampiamente confrontarsi su posizioni differenti e diversamente motivate.

Voglio anche ringraziare, per l’attenzione data alla delibera nonostante i tempi ristretti, i consigli delle 9 zone che hanno contribuito con pareri e osservazioni a portarla in aula oggi e a migliorarla.

Ho firmato questa delibera con altri colleghi e la voterò con convinzione perché credo sia un atto coerente, giusto e necessario per la nostra città, che ha bisogno di questo strumento e che molti dei nostri cittadini hanno ripetutamente chiesto.

E’ un atto amministrativo giusto e equo che permetterà di dare tutela e sostegno, ma ancora prima riconoscimento alle unioni civili, perché riconosce ciò che nella società già avviene, e per questo diventa imprescindibile come ha detto Marilisa D’Amico la prima proponente.

Il riconoscimento è il presupposto perché anche un Ente locale possa, all’interno della propria area di competenza, garantire le stesse opportunità per tutti.

E’ uno strumento necessario perché riconosce che non esistono diritti speciali ma diritti uguali per tutti e non è in contrapposizione con qualcos’altro, con l’istituzione famiglia legata dal vincolo matrimoniale.

E’ un atto che ha un valore politico, e non credo lo si debba nascondere né vergognarsene, un atto coerente con l’impegno che non solo il sindaco ha preso con la città, ma molti di noi, tutti noi che siamo in differenti ruoli chiamati al governo della città, al buon governo. Un atto che comincia a dare delle risposte dove lo Stato manca, risposte a chi non ne ha avute per troppi anni. Dare risposte è il nostro compito, mettendo in atto azioni che tutelino dalla discriminazione e che sostengano i diritti di tutti a livello locale, strumenti e azioni amministrative capaci di stare al passo dell’evoluzione della società che già comprende riconosce e rispetta le unioni che nascono da vincoli affettivi e legami diversi da quello del matrimonio.

E’ vorrei aggiungere che è un’azione che riguarda tutti indistintamente, che riguarda diritti che non devono essere promossi o difesi solo da chi fino ad oggi ne è stato privo.

Ci riguarda tutti sia come amministratori sia come cittadini.

Voterò questo testo perché i contenuti sostanziali di questa delibera sono necessari, e in una parola perché credo che i diritti siano di tutti e non esistano diritti speciali.

Sono contenta che questo consiglio abbia deciso di portarla in aula ora, dopo un anno o poco più dal suo insediamento.

Spesso quando si deve scegliere se e come intervenire a difesa dei diritti che vedono la persona come insieme di libertà anche diverse, si tentenna avanzando distinguo, in nome delle priorità.
Ma ho sempre pensato che non sia coraggioso utilizzare il concetto di prioritario per non occuparsi o rimandare le decisioni sui diritti di tutti e di ciascuno, perché il rispetto e la tutela dei diritti umani, sociali e civili, che sono quelli che trasversalmente uniscono e sottendono a tutte le istituzioni democratiche, comunque non venga dopo i diritti materiali nella lista delle priorità.

Anzi, provando a rovesciare la prospettiva, sono convinta che se riuscissimo sempre a combinare piani diversi, questi ambiti potrebbero darsi reciprocamente sostegno.

E mi piacerebbe che riuscissimo a portare fuori da questa stanza i contenuti della nostra discussione per sollecitare il governo nazionale a colmare il vuoto legislativo sull’argomento.

Per questo bisognerà anche affrontare conflitti, dimostrando capacità di confronto e apertura alla discussione. Non è un percorso sempre facile né scontato, e ci vorrà del tempo, ma mi sembra che abbiamo cominciato a camminare più sicuri, con coraggio e fiducia. Credo che ne valga la pena.

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