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Inviato da avatar Patrizia Ines Quartieri il 24-07-2012 alle 23:53

Intervento di Patrizia Quartieri – delibera di iniziativa consiliare
Riconoscimento delle unioni civili. Approvazione regolamento.
Consiglio Comunale di Milano – 23 Luglio 2012

La delibera che stiamo ora discutendo, se approvata, darà una risposta, seppur parziale, in tema di diritti a tutte le coppie etero e omosessuali che hanno deciso di scommettere su un futuro di convivenza.

Diversi gli effetti positivi, ne elenco 10.

Dieci buoni motivi per dire sì

1. Riconoscere pari opportunità a chi desidera un riconoscimento pubblico, istituzionale al proprio legame affettivo. E rimuovere quindi una discriminazione: finora solo alle coppie eterosessuali era data questa possibilità, attraverso il matrimonio civile o religioso. Per le altre, anche se tutti sanno che ci sono, la caratteristica unificante era l’invisibilità.

2. Con quest’atto il Comune di Milano accanto ad altri 84 comuni d’Italia compie un gesto chiaro di avversità rispetto all’omofobia.

3. Nulla viene tolto alla famiglia tradizionale, anzi in nome di quel reciproco affetto che si traduce in tutela del soggetto minore e quindi in una condizione di diritti e doveri, rafforza l’istituzione della famiglia cos^ intesa.

4. Di fronte ad un vuoto legislativo, è un segnale chiaro affinché il Parlamento finalmente legiferi su questo tema. L’U.E. ha espresso raccomandazioni in tal senso, essendo l’Italia in diversi ambiti, tra cui questo, riconosciuta fanalino di coda in tema di diritti civili (a differenza di Francia, Germania, Spagna, Olanda, Gran Bretagna… per non parlare dei Paesi Nordici…)

5. E’ nel programma di Pisapia certo, e quindi qualcuno dice che consiglieri della maggioranza devono votarla. A mio avviso non è proprio così, o per lo meno non è solo così. Diciamo che la maggioranza dei milanesi ha votato Pisapia, mi auguro non per la sua faccia, ma per il suo programma. Oggi stiamo semplicemente dando prova di coerenza verso i cittadini che hanno votato quel programma. E’ un impegno che ci siamo assunti, non si tratta di saldare un debito o di far contento qualcuno, ma di provare ad essere coerenti.

6. Sarà una delibera di consiglio, forte del parere delle zone, frutto quindi di un dibattito che poteva essere evitato, rimandato, adottando la scelta di farne una delibera di giunta. Invece si è dato spazio a lavori di commissione qui, al dibattito nelle zone, e ora in consiglio. E sarà bello poter dire che sarà il frutto di tutta l’assemblea, e non solo di una parte.

7. Ci riguarda, riguarda tutti. Persone giovani e meno giovani, persone di destra e di sinistra. Etero e omosessuali. Persone direttamente coinvolte e anche no. Ci interroga sul tema dei diritti. I diritti sono tali se sono di tutti. Milano, rispetto a questi, ma non solo, misura un ritardo che dobbiamo colmare: possiamo farlo insieme, se intendiamo questo come un traguardo di civiltà.

8. Ha delle conseguenze pratiche, è già stato detto, mette ordine. Ad esempio se il compagno viene riconosciuto attraverso l’iscrizione al registro parente prossimo, l’assistenza sanitaria non sarà più negata, così come la successione al contratto di locazione, la polizza vita avrà valore e chissà … forse potranno anche essere superati quei limiti talvolta incivili che hanno portato a episodi tristi, come quando fu impedito ad una donna, durante una cerimonia funebre, di stare accanto alle autorità, solo perché non moglie abbastanza ... Non foss’altro che per quello. Anche i doveri di assistenza e di reciproco aiuto saranno più definiti.

9. In questi giorni sono entrate nel dibattito alcune argomentazioni che mi permetto di definire fuorvianti e su cui non vale la pena di scendere per accentrare il dibattito, ne ricordo solo due
- il rischio di poligamia: privo di ogni fondatezza, sia perché nel nostro paese è perseguibile penalmente, sia perché molto banalmente, laddove il registro esiste da anni, non si è verificato nessun aumento di questo fenomeno. Se il tentativo è quello di coinvolgere religioni altre … per fare di ogni erba un fascio, val la pena tenersi alla larga
- il fare trasparire o sottendere concetti che possano ricondurre l’omosessualità ad una devianza da curare con terapie riparative… qualcosa che l’ ordine nazionale degli Psicologi rifiuta rifacendosi al proprio codice deontologico

10. E’ una priorità Qualcuno ha detto invece che non è un problema prioritario, in tempi di crisi, ben altri sono i problemi. Non è così. Accanto a bisogni materiali come la casa, il lavoro, esistono bisogni che sono altrettanto fondamentali e uno di questi è il bisogno di veder riconosciuto un legame affettivo che abbia la dignità di esistere in quanto tale. I valori della solidarietà, del mutuo aiuto, della tutela del più debole sono qualcosa che ci garantisce di più, proprio nei momenti in cui la crisi ci vorrebbe più individualisti. I diritti sociali, politici, civilii sono indivisibili, non si può farne una gerarchia e dire che alcuni sono di serie A e altri sono di serie B. i diritti civili non sono un lusso e non sono secondari, stanno alla base degli altri diritti. Oggi più che mai serve integrarli tra loro. Oggi quando è più facile cadere nell’intolleranza, nella mancanza di rispetto per gli altri diversi da me.
Abbiamo bisogno, oggi in particolare, di avere dei valori di riferimento: la solidarietà, l’inclusione, il rispetto reciproco, le pari dignità … valori che passano attraverso la relazione tra le persone, per una ricerca di felicità e di benessere, di equilibrio a cui tutti giustamente abbiamo il diritto di tendere. Sta dentro qui la scelta di chi oggi vuole che il Comune di Milano accolga questo bisogno.
Questa E’ una strada culturale che si traduce in strumenti parziali, per alcuni insignificanti, pur tuttavia importanti per dire la direzione verso cui vogliamo andare. Abbiamo bisogno che Milano recuperi una visione piu aperta senza timori o barricate.
Le persone coinvolte non hanno bisogno di questo registro per stare insieme, per vivere la loro affettività, ne hanno bisogno per esistere, se lo desiderano, in quanto coppia. Una famiglia anagrafica e una famiglia tradizionale vivono di un patto affettivo stipulato innanzitutto tra loro. questo è il cuore del problema.
Toglier un po’ d’ipocrisia, agevolare un riconoscimento che una società in trasformazione chiede, in attesa di una legge che ci auguriamo anche la delibera di oggi possa contribuire a sollecitare, non può che far bene a questa città.

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