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Ingiustizia è fatta, l'Area C è sospesa.

Il prevalere di interessi privati e il sottovalutare quelli collettivi sta facendo scrivere una pagina nera della democrazia italiana, pur nell'assoluto rispetto delle prerogative costituzionali della magistratura amministrativa, la sentenza di sospensione dell'Area C sconcerta ed indigna.

Questa lezione, pur in un contesto di assoluta negatività, deve insegnare agli Amministratori Comunali milanesi che la strada maestra sono le pedonalizzazioni permanenti, con ancora più coraggio di oggi occorre osare laddove per troppa timidezza si è fatto troppo poco, occorre dare una spinta ulteriore all'area pedonale del centro ben oltre quello che fino ad oggi con fatica è stato fatto.

La città non è un luna-park dove tutto è concesso, la vivibilità e la salute pubblica in particolare (diritto alla salute, diritto costituzionale) impongono visioni di tendenza europea che alla nostra latitudine sono ancora atti di democrazia inesplorata, regole incerte, provvedimenti balbettanti.

La città è un luogo d'incontro, di scambi, di vita, e questo non può che avvenire in un contesto sicuro e garantito dalle istituzioni.

Lavorare per la qualità dell'aria, partendo da una realtà difficile e gestita spesso negli ultimi 30 anni con incoerenza e scarsa visione del problema nella sua dimensione, dovrà essere uno dei problemi scottanti da mettere in agenda non appena verrà costituita formalmente l'AREA METROPOLITANA di MILANO. Nel frattempo occorre arrivare al 2013 con una maggiore estensione dell'aerea pedonale permanente ben oltre le recenti estensioni attorno al Duomo, che sono purtroppo solo un tassello minore di quanto i milanesi si aspettano.

Serve una reazione di orgoglio della Giunta Pisapia in questa direzione, un cenno forte, un messaggio rassicurante, una iniziativa coraggiosa, una risposta politica finalmente etica alla barbarie che ci circonda difesa da discutibili (in aula, secondo le regole) bizantinismi giuridico-amministrativi, purchè si faccia presto.