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Parte l’operazione Vie d’acqua. Il cantiere di Expo inizierà la sua (vera) corsa giovedì prossimo, quando le ditte che si sono aggiudicate il maxi appalto della cosiddetta “piastra” entreranno ufficialmente all’interno del milione di metri quadrati di RhoPero. Ma c’è un’altra parte integrante del progetto 2015 che sta scaldando i motori: quella che dovrà collegare, attraverso canali, piste ciclabili e la sistemazione di aree verdi, la Darsena (riqualificata) ai padiglioni. E non solo. Un piano che adesso può partire. Con la prima, indispensabile, tappa: le lettere inviate dalla società di gestione per l’esproprio e la richiesta di occupazione temporanea delle fette di terreno, soprattutto agricolo, che corrono lungo il tracciato e che serviranno per realizzare l’anello ecologico. Un antipasto che, complessivamente, riguarderà un centinaio di proprietari e un budget messo a disposizione da Expo spa per “affittare” o acquistare le aree di circa sei milioni.

Per vedere gli operai al lavoro in città bisognerà attendere l’inizio del prossimo anno, quando è previsto l’avvio dei lavori che dovranno riportare a nuova vita la Darsena. Ma il progetto delle Vie d’acqua, che in totale costerà 165 milioni (l’importo previsto all’inizio dell’avventura era di 330), attraversa un territorio molto più esteso e riguarda diversi Comuni. Un piano in sette tappe e altrettante tranche di appalti che verranno lanciati da qui a giugno del 2013. La gara per il primo spezzone che va da Monza al parco delle Groane verrà lanciata a settembre e i lavori dovrebbero prendere le mosse a ottobre per terminare ad aprile 2014: una linea che segue lo scorrere del canale Villoresi. Da qui dovrà arrivare l’acqua che servirà ad alimentare il canale che circonderà i padiglioni trasformando l’area di Expo in un’isola. Un bacino fondamentale, che ha bisogno di essere impermeabilizzato e sistemato, e accompagnato da piste per le due ruote che uniranno la Villa Reale a Rho-Pero.

È su questa direttrice, nei comuni di Arese, Rho, Bollate, Garbagnate, che partiranno anche i primi espropri o richieste di occupazione per i cantieri. In tutto si prevede di aver bisogno di 250 pezzi di terra che, nel linguaggio della burocrazia, sono le “particelle” catastali. Tutte aree fuori Milano da pagare ai proprietari.
Se questo corso d’acqua esiste, ce n’è un altro da riportare in superficie, quello che ha anche attirato le critiche di politici come il consigliere regionale dell’Udc Marcora che, insieme a referendari come Croci e Cappato, vorrebbe spendere risorse più per riaprire i Navigli milanesi che per questa opera. È questo il percorso principale delle Vie d’acqua, dalla Darsena e dal Naviglio Grande al sito di Rho-Pero fino, di nuovo, al Villoresi, a Nord. In questo caso le gare sono attese per ottobre e i lavori dovrebbero iniziare a marzo 2013 per finire a dicembre 2014.

Il nuovo canale sarà lungo 21 chilometri ma, a differenza dei sogni dei tempi della candidatura, non sarà navigabile. Dai padiglioni, l’acqua passerà sotto l’area di Cascina Merlata per riaffiorare poco più a sud, attraverserà a cielo aperto le aree verdi milanesi (dove ci saranno interventi di make up) di Bosco in Città, del parco di Trenno e di quello delle Cave fino a San Cristoforo. Un viaggio da fare in bicicletta o a piedi con piste e vie pedonali. Infine quello che è chiamato “anello verde azzurro”, dove gli operai compariranno a luglio 2013 per terminare a febbraio 2015. L’obiettivo è realizzare un anello ciclabile che raggiungerà anche le dighe di Panperduto, sul lago Maggiore. Con la possibilità, nel 2015, di pedalare ininterrottamente per 125 chilometri lungo un itinerario che attraverserà il parco del Ticino, quello delle Groane e il Parco Sud.

(26 agosto 2012)