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Inviato da avatar Enrico Vigo il 31-08-2012 alle 09:35

Da LA REPUBBLICA web di oggi:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/08/31/news/linate_vola_malpensa_perde_il_derby_tra_scali_in_casa_sea-41734163/

Linate vola, Malpensa perde
il city airport si scopre hub

Sorpasso sui passeggeri in transito: il Forlanini sta cannibalizzando il gemello. Le compagnie aggirano il tetto di voli per l'Europa con 78 decolli a settimana per Parigi e 42 per Amsterdam
di ETTORE LIVINI

Milano, finalmente, è tornata ad avere un hub. Malpensa? No. I ruoli nel derby tra i due scali meneghini si sono ribaltati. Davide ha battuto Golia. E Linate, numeri alla mano, è diventato il nuovo aeroporto intercontinentale della città. Scippando alla Sea almeno un centinaio di milioni di entrate all’anno e regalando alle grandi compagnie estere il ricco traffico business del Nord Italia. Carta canta: nel 2011 ben 930mila persone (il 34 per cento in più del 2009) sono partite dal Forlanini per destinazioni a lungo raggio. E alla voce passeggeri in transito verso tratte internazionali — il fiore all’occhiello di ogni hub che si rispetti — Linate (arrivata a quota 630mila, +40 per cento) ha sorpassato il fratellastro bustocco, fermo a quota 450mila. Tre lustri fa il decreto Bersani aveva previsto un forte ridimensionamento del cityairport milanese per trasferire il traffico aereo a Malpensa 2000, ricostruita con 1,5 miliardi di investimenti a spesa dei contribuenti. È successo — complice l’addio di Alitalia — esattamente il contrario. E a pagare un pedaggio salato, in qualità di azionista di riferimento di Sea, è pure Palazzo Marino.

In fuga a Londra e Parigi. Il travaso di passeggeri da Malpensa a Linate è uno stillicidio iniziato con il dehubbling della compagnia di Colaninno e in corso ancor oggi, malgrado il gran lavoro del management della Sea per limitare i danni. Nel 2011 il traffico a Linate è cresciuto del 9,2 per cento contro il +1,8

del rivale. E quest’anno siamo a + 4,1 per cento contro -3,6. Come si spiegano questi numeri? Semplice: molti vettori, Air France e Klm in testa, hanno concentrato i loro voli al Forlanini (da Malpensa non si vola più a Parigi e Amsterdam) per intercettare il traffico business e dirottarlo sui collegamenti intercontinentali in partenza dai loro hub. E i milanesi, vista la comodità del city airport, sono ben contenti. Ben 300mila persone volano dalla Madonnina al Nord America partendo da Linate, oltre 200mila decollano dall’Idroscalo in direzione SudAmerica. British Airwyas da sola trasporta più passeggeri business da Linate a New York via Londra (prezzo del biglietto 4mila euro) di quanti viaggino su tutti i vettori in partenza per la Grande mela dalla Malpensa.

Un “tetto” saltato. Il decreto Bersani aveva messo in teoria un tetto rigido ai collegamenti tra il Forlanini e le capitali europee (due al giorno per vettore) proprio per evitare questo Malpensicidio. Ma le compagnie l’hanno aggirato a modo loro: Alitalia ha “prestato” ai partner Air France e Amsterdam i diritti di decollo in capo alle sue controllate Volare, Air One, Alitalia Express e Cityliner. Morale: dal Forlanini partono 78 voli la settimana per Parigi e 42 per Amsterdam. Molti di più di quelli consentiti in teoria. Lo stesso ha fatto Lufthansa sfruttando gli slot della Austrian e British affittando quelli di Meridiana per Londra. E così Linate è diventata la porta di Milano verso il mondo, ai danni di Malpensa: su 130 passeggeri in partenza ieri mattina dal city airport con il primo volo verso una grande capitale del nordEuropa, ben 104 avevano come destinazione finale il sud America.

Il costo per Milano. I consumatori, naturalmente, scelgono in base alla loro convenienza. Ma quanto costa a Milano e alla Sea il ribaltone fra i due aeroporti? «Diverse centinaia di milioni l’anno», calcola una fonte attendibile che conosce bene il problema. Vediamo come: solo in mancate tasse aeroportuali quasi cento milioni (soldi che vanno invece agli scali di transito come Parigi, Londra e Amsterdam). A questa voce si aggiunge il calo degli incassi dei duty free: i giapponesi in viaggio per Tokio, ad esempio, erano soliti far incetta di marchi made in Italy a Malpensa prima di decollare verso casa con il volo diretto. Oggi quasi tutti partono dal Forlanini e rimandano lo shopping al transito a Parigi. Un altro effetto collaterale sono i danni all’indotto, visto che una singola tratta a lungo raggio — calcolano gli esperti — genera circa 600 posti di lavoro e diverse decine di milioni l’anno di investimento. Il conto, insomma, è salatissimo. E non a caso negli ultimi mesi si sono moltiplicati sia a Palazzo Marino come in Sea (e pure ai ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo economico) i dossier e gli appelli per provare a fermare l’eutanasia di Malpensa. Le soluzioni tecniche a disposizione sono in teoria molte, prima di tutte il rispetto rigido delle leggi che già esistono. Il vero problema sarà convincere i milanesi che per il bene della città (e delle casse del Comune) è necessario mettere a dieta Linate.

(31 agosto 2012

NOTA BENE:

... e qui non si parla a Linate di LUFTHANSA su FRANKFURT A/M, un'altra voragine di transiti verso gli altri continenti.

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