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Inviato da avatar Marco Righini il 15-10-2012 alle 10:44

Spiace che si debba intervenire sul Forum della Zona 7, in ordine cronologico dopo una discussione aperta dal presidente Tellini sulla Sagra di Baggio (quella della ex-corsa, ora sfilata degli asini), ma occorre chiudere questa penosa vicenda, che sarà ricordata come una delle pagine più tristi negli annali del Consiglio di Zona 7.

Nei confronti del presidente Tellini e di quanto affermato nei suoi scritti, non vogliamo infierire: chiunque può valutare. Comprendiamo come egli abbia cercato in qualche modo di giustificare insolite procedure, a causa di pressioni esterne e della condizione politica posta da una nota consigliera di maggioranza, la stessa che si permise di insultare pubblicamente gli autori del libro, definendolo un "falso storico" e, per contrapposizione ad altri, opera di "disonestà intellettuale".

Sulla questione petrarchesca il presidente Tellini esprime il proprio "ragionevole dubbio" e questo è già un primo (incoraggiante) passo, rispetto a coloro che si intestardiscono nella negazione assoluta. Si legga allora con attenzione il nostro libro, che è il frutto di un lavoro di ricerca storica, condotta con rigore e passione per quasi vent'anni, e il "ragionevole dubbio" si trasformerà in una "ragionevole certezza".

Si osserva che alla pagina 51 del libro ci siano precise indicazioni della Soprintendenza, le quali, così come la premessa del prof. Carlo Bertelli, dovrebbero tranquillizzare le "figure istituzionali" incerte (ammesso che siano in buonafede).

D'altra parte, senza indagini inquisitorie né imposizioni censorie, il patrocinio alla pubblicazione del libro è pervenuto, in pochi giorni, da tre enti istituzionali (Regione Lombardìa, Provincia di Milano e Comune di Milano), da un prestigioso ente culturale governativo francese (Institut Français), da un'autorevole associazione nazionale (Italia Nostra) e da due benemerite associazioni locali (Associazione "Roberto Ronchi" e Fondazione "Carlo Perini"). La maggioranza del Consiglio di Zona 7 si assuma la responsabilità per la singolare assenza: ciò rimarrà scolpito sulla propria lapide, a futura memoria.


Del novello e tragico esilio di Francesco Petrarca.

A integrazione dell'informativa del CSA, Roberto Gariboldi ha pubblicato un articolo su Il Rile (ottobre 2012), che si invita a leggere, assieme all'estratto di una lettera di Eraldo Alenghi (file in allegato: IlRile_1210_p07.pdf).

Inoltre Roberto Gariboldi aggiunge il seguente scritto, conclusivo sull'argomento.

In risposta a Fabrizio Tellini.

Seguo sempre con particolare attenzione gli avvenimenti che intercorrono fra il Consiglio di Zona 7 e il CSA e ogni volta non posso che trarne delle pessime conclusioni, il Consiglio di Zona 7, o meglio la maggioranza che governa detto consiglio, ha individuato il CSA come un nemico da combattere aprioristicamente, non rendendosi conto che combattere chi mette del suo per lavorare sul territorio e cerca in tutti i modi di incrementare il livello culturale della stessa, non può che fare del bene alla zona stessa, anche se alcune posizioni non sono in linea con quelle portate avanti dalla maggioranza del consiglio. Questo sistema di boicottaggio è una battaglia di retroguardia che ricorda tristemente certi atteggiamenti politici autoritari di altri tempi e spiace vederli perpetuare con arroganza in un piccolo Consiglio di Zona della periferia di Milano, dove la collaborazione (che non è appiattimento) dovrebbe essere più facile, anche contro la posizione del suo Comune, il quale non ha trovato nulla da dire sul patrocinio alla pubblicazione da voi rigettata.

Su questo argomento vorrei aggiungere alcuni commenti: di certo questo consiglio non esce bene dall'avvenimento, tutte le istituzioni a partire dalla Regione in giù hanno aderito al patrocinio, anche una associazione francese, e sappiamo come i francesi siano sensibili al nome di Petrarca che quasi considerano loro cittadino, gli unici culturalmente ottusi sono stati i consiglieri della maggioranza della Zona 7. È peraltro assai meschino, come fa il presidente Tellini, gettare la colpa del mancato patrocinio sull'opposizione, la quale fa il suo lavoro di opposizione presentando tesi diverse. Caro presidente sono stato anch'io consigliere di zona e ho esperienza di queste gherminelle, quando vi sono due tesi si votano entrambi per veder quale vince, la nostra associazione si era chiaramente dichiarata disponibile alle modifiche richieste, perciò si doveva votare la vostra tesi, cioè patrocinio con modifiche, e votare poi la tesi della minoranza cioè patrocinio senza modifiche, il fatto che sia stata votata una sola proposta, guarda caso solo quella che per forza era perdente, depone assai male nei vostri confronti e fa pensare a una posizione preconcetta verso il CSA. Il presidente Tellini nella stessa seduta annunciò, fra l'altro, che non si poteva votare il patrocinio oneroso in quanto esiste una disposizione comunale che proibisce questo tipo di delibera: l'altra sera 11 ottobre 2012, durante una seduta del Consiglio di Zona 8, in una delibera si sono concessi 1600 € per la stampa di una pubblicazione. E allora qui si aprono quattro possibilità: la Zona 8 è una repubblica indipendente che legifera secondo proprie autonome leggi, la Zona 8 ha commesso un abuso, il Presidente Tellini è particolarmente disinformato, mostrando un comportamento superficiale nella gestione dei fatti della zona, segno di un certo dilettantismo, oppure, Dio non voglia, il presidente Tellini ha volutamente detto una cosa non precisa per influenzare negativamente la votazione verso il CSA.

Un'ultima considerazione, ormai risulta evidente che la maggioranza del Consiglio di Zona 7 vede una sola associazione per quanto riguarda la Cascina Linterno, introducendo una visione monopolistica di cultura che mi terrorizza tanto è retriva. La cultura, cari signori della maggioranza, è varietà di opinioni, è confronto, è continua ricerca di nuove strade, è apertura a tutti, anche verso chi sostiene posizioni diverse (anche se nel nostro caso le posizioni sono praticamente identiche, cosa che rende ancora più sospetta la vostra ostinata negatività nei nostri confronti).

Per quanto riguarda il controllo dei lavori in corso alla Cascina Linterno, come sempre, sarà nostro impegno verificare che vengano portati avanti nel pieno rispetto della legge e con il continuo controllo della Sovrintendenza.

A presto,

Roberto Gariboldi.


La cascina del Petrarca come la casa di Arlecchino?

Come tutti sanno, Arlecchino è una maschera della commedia dell'arte, affermatasi dal XVI secolo, ma di origine assai remota, risalente ai miti precristiani e all'homo selvadego della tradizione retico-alpina. Quindi non è un reale personaggio storico. Ciò nonostante, nel piccolo borgo bergamasco di Oneta (Comune di San Giovanni Bianco), lungo la medievale via mercatorum della Val Brembana, all'inizio della Val Taleggio, esiste la "casa di Arlecchino". <Ecco un falso storico!>, direbbe perentoriamente qualcuno. Eppure da alcuni lustri si è dato l'avvio a un'intelligente operazione di recupero culturale e paesaggistico, a partire dalle antiche case della famiglia Grataroli, originaria di Oneta e poi trasferitasi a Venezia, dove, secondo una tradizione secolare, si attesta che uno dei servitori fosse il primo Zanni bergamasco della famosa maschera. Dopo i restauri, la casa ospita ora un museo etnografico, un centro per le rappresentazioni teatrali, oltre a un ristorante. E attorno il bel borgo di Oneta è rinato, divenendo un'attrattiva turistica della valle: chapeau!

Possibile che a Milano, per un personaggio storico come Francesco Petrarca, un Grande della Cultura Europea, e per la cascina di cui si hanno ragionevoli certezze che fosse la sua dimora campestre, sia negata un'operazione simile (assieme ai temi legati alla tradizione agricola)? Si tratta solo di miopia culturale, o sotto si nasconde altro? Senza il vincolo petrarchesco, la Cascina Linterno sarebbe già stata demolita e trasformata in un condominio residenziale, come la vicina Cascina Barocco negli anni novanta del secolo scorso. E i vari "agri-cultori", alla corte di importanti progettisti di metroboschi, ora folgorati sulla via per l'Expo dalla visione dell'Agri-City, avrebbero poco per gonfiarsi il petto.


per il Comitato Salvaguardia Ambiente e Cultura

il vice-presidente Marco A. Righini

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