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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 06-11-2012 alle 13:15

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_novembre_6/bici-vandali-controlli-lettera-2112575040977.shtml

L'intervento

La mia bici, i vandali e i controlli assenti

«Forse solo chi ha provato la rabbia quando ci si scopre derubati della bici può capire lo scoramento che si prova»

MILANO - È dura la vita del ciclista. I ladri di biciclette sono sempre in agguato. E combatterli non è semplice: loro ti guardano, tu non li vedi. Sembrano agire indisturbati. Anche in pieno giorno e persino nelle zone più affollate della città. Forse solo chi ha provato almeno una volta la rabbia impotente che assale quando ci si scopre derubati del proprio prezioso mezzo silenzioso e fedele può capire la frustrazione e il senso di scoramento che si prova. Chi subisce furti ripetuti, magari alla lunga cede e abbandona questa scelta virtuosa di mobilità.

Oppure, e lascio ad altri giudicare cosa sia meglio, si affida a bici di infimo valore, ferrivecchi che dovrebbero scoraggiare le velleità predatorie, mentre spesso si ritorcono solo in danno del ciclista medesimo compromettendone la sicurezza. Magari la vittima del reato finisce poi col promuovere a sua volta, inconsapevolmente oppure con una deliberata quanto colpevole accettazione del rischio, circuiti viziosi, acquistando bici di dubbia provenienza ai mercatini dell'usato, spesso noti come luoghi di ricettazione senza controlli. Tutto questo è inaccettabile. Ma vi può essere qualcosa di peggio del furto della bici: la sottrazione di alcune sue parti vitali, come mi è nuovamente accaduto nel fine settimana.

Arrivi e ti trovi la bici cannibalizzata: un telaio spolpato. Via le ruote. Via il manubrio. La sella. Il campanello. Le luci. Il cestino. Resta un simulacro inservibile della bicicletta. Qui non c'è marchiatura che tenga. Il ciclista derubato della bici può denunciare il furto, ed è anzi un bene che lo faccia. Ma chi si trova la bici cannibalizzata, normalmente, si ferma all'incavolatura: difficile poter riconoscere i pezzi rubati. E il valore dei singoli pezzi rende anche la denuncia un onere i cui costi superano di gran lunga i benefici. Cornuto e mazziato.

Se il Comune intende davvero favorire la ciclabilità, allora deve occuparsene a 360 gradi. Partendo dalla consapevolezza che una seria politica di riduzione del danno è frutto di una somma di interventi. Che non riguardano solo le istituzioni locali e non si esauriscono nella targatura della bici e che richiedono una presenza più attiva e reattiva dei controlli sul territorio. Controlli innanzitutto delle forze dell'ordine. Ma anche da parte dei cittadini che, pur senza sostituirsi ai tutori della legge, possono, evitando di restare indifferenti di fronte a comportamenti sospetti, costituire un fattore di prevenzione diffusa.

Eugenio Galli, presidente Ciclobby 6 novembre 2012 | 13:02

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