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Inviato da avatar Enrico Vigo il 03-01-2013 alle 06:40

Gent.ma Assessore Benelli,

se il 2013 sarà, come nei presupposti, l'anno di passaggio dalla teoria alla pratica, il passaggio di funzioni dal centro alla periferia si deve concretizzare con una rispalmatura dei costi burocratici, in altre parole, ai Municipi (in pectore) decentrati vanno assegnati organici che devono essere sottratti all'ente centrale, senza incrementare i costi della macchina pubblica; il tutto deve poi essere rendicontato con obblighi di scritture a bilancio nel centro e nei Municipi (il Comune dovrà redigere poi un bilancio consolidato).

Servono corpose modifiche normative e di Statuto (e procedure contabili) sia per evitare gestioni approssimative al limite del legale (in stretto coordinamento con l'Assessorato al Bilancio), per dare piena legittimità giuridica e costituzionale ai Municipi senza ombre, questa è per Lei materia nota, ma bisogna far presto e bene e chiudere il ciclo di adeguamento normativo e organizzativo, graduale, ma a tappe ben definite fin da subito.

Perchè ne valga la pena, sopratutto in funzione del salto di qualità istituzionale che è il traguardo a breve dell'Area Metropolitana di Milano, un atto dovuto, per far sì che i quattrini investiti nelle semi sterili (oggi) assemblee dei Municipi,  per tanti anni, non costituiscano una perdita secca ed uno spreco di denaro pubblico colossale, ma bensì un investimento pluriennale che ha traguardato (finalmente) un migliore funzionamento della macchina comunale.

Quanto pesa oggi il decentramento sul bilancio comunale e cosa produce in concreto (nella valutazione non mettiamo il platonico rapporto coi cittadini, guardiamo costi-benefici con realismo e onestà intellettuale)?

Fossi nel suo scomodo ruolo di Assessore, mi tremerebbero i polsi a scivere i risultati di questa indagine, la "democrazia platonica" ha pesato nelle tasche dei cittadini più di quel che abbia realmente prodotto (malgrado l'onestà di buoni intenti), questo è incontestabile, oggi consci di questo fiume di denaro non sempre produttivo (spesso si è trattato anche involontariamente di sprechi) siamo ad un bivio: fermarci o andare avanti davvero a rendere produttivo il nuovo assetto.

Non prendere coscienza di sprechi significa dare corpo a quello che la giurisprudenza definisce come "danno erariale", e di questi tempi non è certo di moda. Il lavoro che state facendo è preziosissimo, duro e difficile, è un passo epocale che aspetta di essere concretizzato, il tempo è scaduto.

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