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Inviato da avatar Marco Righini il 05-03-2013 alle 16:32

Petrarca vive

Milano ha una dimora petrarchesca da salvare

Presentazione del saggio divulgativo

"Milano Expo 2015 per Petrarca"

pubblicato a cura del CSA

2 marzo 2013 - Palazzo Sormani, Sala del Grechetto

Oltre a Leonardo da Vinci e al Bramante, Milano vanta un altro grande cittadino di adozione: Francesco Petrarca, che nel capoluogo lombardo visse un lungo periodo (1353-61) durante la maturità della sua vita. Nella quiete agreste del contado, egli riposava dagli impegni di ambasciatore per i Visconti, lontano dalla frenesia cittadina. Villa Linterno, l'antica Infernum (così chiamata fino al XVI secolo) è l'unica dimora milanese di Francesco Petrarca miracolosamente ancora in piedi, grazie all'amore di tanti volenterosi cittadini che si sono passati il testimone della sua difesa per generazioni. Sembra un vecchio rudere corroso dal tempo, ma resiste, come il suo antico territorio rurale, chiamato nel 1576 dal Rovillius "I Delitiosi Passeggi di Petrarca": stradine, fontanili e marcite rimasti intatti, con le stesse atmosfere e i profumi dei tempi del Poeta.

Un grido corale e sentito sgorga da tutti i convenuti alla presentazione del libro "Milano Expo 2015 per Petrarca": Milano non persista nell'oblio di Petrarca e cogli l'occasione affinché la Cascina Linterno diventi un presidio petrarchesco, così tutti si esprimono indistintamente. Monsignor Giovanni Balconi, responsabile diocesano del coordinamento dei Centri Culturali Cattolici ed esperto petrarchista, con la sua eloquenza soave esorta a trasformare la Linterno in una Casa della Poesia sotto l'egida di Francesco Petrarca. Il professor Carlo Bertelli, emerito di Storia dell'Arte e medaglia d'oro alla Cultura, con le sue parole profondamente intrise di amore per la città di Milano, sollecita un progetto chiaro e petrarchesco per la Cascina Linterno, un luogo consacrato alla memoria del Petrarca, alla sua poesia e alla poesia in generale. Il professor Philippe Daverio, critico d'arte e giornalista, con il suo stile brillante (e caustico) afferma che la valorizzazione della Cascina Linterno quale sito petrarchesco sia l'unica cosa duratura e intelligente da farsi in vista del discutibile Expo 2015. L'avv. Luigi Santambrogio, presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra e moderatore del convegno, richiama l'impegno della sua Associazione, ad oggi purtroppo inascoltato, affinché il monumento storico Villa Linterno possa diventare la base di partenza di un percorso letterario cittadino. Tra gli altri interventi, il professor Nerio de Carlo, germanista, storico e saggista, con il suo stile inconfondibile sottolinea l’importanza di Petrarca come Poeta Europeo e iniziatore dell'Umanesimo e conclude con un aspro rimprovero all'attuale giunta comunale. Il professor Carlo Monti, docente di Topografia al Politecnico di Milano e consigliere di ICOMOS Italia, critica la fumosità del progetto di recupero, in corso di studio da parte del Politecnico stesso e apparentemente poco in linea con analoghe operazioni svolte in ambito accademico. L'arch. Marco Ermentini, restauratore di Italia Nostra, ribadisce la presenza, nel nucleo storico della Linterno, di importanti tracce di affreschi da salvare, con la priorità assoluta della messa in sicurezza (a costi limitati) del monumento.

I principali autori del libro, Massimo de Rigo e Roberto Gariboldi, soci del CSA (Comitato Salvaguardia Ambiente e Cultura), da parte loro richiamano con argomenti scientifici, supportati da immagini e documenti, la validità della presenza di Petrarca alla Linterno, segnalando il colpevole stato di degrado della struttura e stigmatizzando l'oblio culturale al quale viene condannata la figura dell'insigne Poeta: una condanna basata su questioni meramente filologiche, che possono essere soltanto una valida palestra di esercitazione per ricercatori specializzati.

Agli intervenuti interessa principalmente capire quando Villa Linterno sarà restaurata dedicando uno spazio adeguato a Francesco Petrarca. Philippe Daverio lancia una sua idea per espiare la prevedibile figuraccia internazionale dell'Expo 2015: la creazione di un grande comitato che si proponga di salvare alcune cascine milanesi, scegliendone quelle di maggior nobiltà storica. L'ing. Marco Castelli (socio CSA e co-autore del libro) ricorda che un comitato simile già esista, a sua volta coordinato dal professore Stefano Boeri prima del suo incarico di assessore. Purtroppo la minimizzazione data alla specificità petrarchesca della Linterno, unica ragione del suo vincolo monumentale, pare che abbia equiparato la cascina alle altre, inducendo a procedure di assegnazione (al gruppo del Politecnico di Milano guidato dalla professoressa Lionella Scazzosi) delle indagini materiche in corso, senza il necessario coinvolgimento della Soprintendenza.

La splendida Sala del Grechetto gremita all'inverosimile, con decine di persone in piedi e fuori sala. Giudizio unanime dei presenti: quasi tre ore di particolare interesse. Oltre alle persone citate, presenti varie personalità della cultura milanese, tra cui il console generale del Touring Club Italiano Gian Maria Maggi e, in rappresentanza del Consolato Francese, la moglie del console signora Zoé Meyer. Notevole (oltre allo spirito di squadra dei soci CSA) l'apporto organizzativo svolto da Annalisa, figlia della compianta Anna Andreoli (Association d'Amitié Franco-Italienne),alla quale è dedicato il libro stesso.

A corollario dell'evento, la splendida performance della pianista francese Veronique Garnier e del tenore Antonio Signorello, il quale ha cantato Rime del Petrarca musicate da Franz Liszt.

Una sola grande lacuna: l'assenza dei rappresentanti istituzionali, regolarmente invitati e forse distratti, i quali hanno perso l'occasione di confrontarsi su un tema scottante per Milano.

[a cura di Massimo de Rigo, Roberto Gariboldi, Marco A. Righini]

Carlo Bertelli

La mobilitazione per salvare la "cascina del Petrarca" sta dando i suoi frutti. Un luogo anonimo e in abbandono, una cascina destinata alla demolizione hanno recuperato storia e dignità. La battaglia è in corso e non possiamo prevedere come finirà. Sarebbe triste che finisse con una lapide murata su di un edificio qualsiasi a memoria di un bene perduto. Qualunque sia la conclusione della vicenda, e specialmente se, come speriamo, sarà positiva, non dimentichiamo che i poeti non vivono nei mattoni o nelle pietre. Vivono nella poesia, fin tanto che la poesia è letta e declamata.

Anche per un luogo consacrato alla memoria del Petrarca si può pensare alla sua poesia, alla poesia prima di tutto. Immagino letture dei sonetti sul luogo dove si trova la cascina. Letture da preparare perché siano pubbliche. Sono sicuro che esistono a Milano insegnanti e studiosi che non desiderano di meglio che recitare pubblicamente le poesie che amano e far scoprire a ragazze e ragazzi che le canzoni che più li commuovono hanno radici nel Canzoniere di Francesco Petrarca. A poco a poco potremmo lanciare una "Milano dei poeti", con pubbliche letture di Parini a Brera, di Foscolo nella corte del Palazzo Reale, di Ariosto al Castello Sforzesco, Manzoni in Piazza Belgioioso, Montale alla Triennale. Tutto partendo da una cascina che si vuole salvare.

[23 novembre 2012]

Philippe Daverio

La Cascina Linterno e la memoria.

Il caso di Cascina Linterno è legato a un problema fondamentale di Milano e cioè il fatto che la città non abbia nessuna memoria della sua realtà recente, né di quella storica. Nell'allargamento urbanistico dal Dopoguerra in avanti, la cinta delle cascine milanesi, che fungeva da connessione tra l'area urbana e la campagna, è stata cancellata. Oggi recuperarla significa impegnarsi in un'operazione di chirurgia plastica. Fino adesso sono state restaurate una o due cascine, ma mancano tutte le altre. Soprattutto manca un piano per affrontarle. Di tutte le cascine milanesi, la Linterno è la più comunicabile, perché è legata al nome del Petrarca. Con una certa intelligenza il discorso del recupero potrebbe partire da lì. Se si riesce ad aprire un dialogo con la città, a recuperare una sensibilità su questi temi, la Linterno potrebbe avere un'utilità importante. Expo potrebbe essere un'opportunità, siccome il tema è "Feed the Planet". Ritengo che Expo dovrebbe avere il coraggio di lasciare una traccia visibile sulla città, ridando vita a luoghi dimenticati come le cascine.

Purtroppo non so quale sia la volontà di occuparsi della città, non solo delle aree immobiliari fuori Milano. Ad ogni modo bisognerebbe decidersi entro il 2015. La manifestazione si intitola "Feed the Planet", ma le quaranta cascine intorno a Milano stanno morendo. Ormai la parola Expo sembra una foglia di fico, è una scusa per cose che hanno valore solo per gli immobiliaristi. Il caso della Linterno non mi stupisce: purtroppo questa è la piega delle cose. Però sono convinto che tutto ciò che è utile al recupero della memoria milanese debba essere considerato encomiabile. Non spetta a me dire che cosa fare nella Linterno: non sono assessore e oggi sono guardingo, sia perché la politica cittadina è indefinita, sia perché quella nazionale è patologica. C'è un'assenza nel discorso sulla Linterno e sono i giovani. Non sono stati coinvolti, ma non per colpa loro; siamo noi che li abbiamo tenuti fuori dalla discussione. Questa mancanza di dibattito in città si risente anche nel caso di Expo. Non è ancora nato un movimento di attenzione sul tema. E servirebbe soprattutto per metter a fuoco la gestione futura dell'ambiente.

[pubblicato su Il Giorno, 4 marzo 2013; servizio giornalistico a cura di Luca Zorloni]

Nerio de Carlo

Le mie parole sono "parva res" dopo gli interventi finora effettuati.

L'organizzazione di questo evento è molto qualificata. Sfido chiunque ad esibire una documentazione come quella che integra il saggio che oggi viene presentato.

L'ambiente in cui ci troviamo induce la cosiddetta "sindrome di Stendhal", cioè una emozione da eccessiva esposizione alla bellezza. La grande affluenza di pubblico dovrebbe inoltre dire qualcosa alla Istituzioni che devono capire. La Cascina Linterno, già dimora milanese del Petrarca, necessita di urgente intervento. In caso contrario essa verrebbe presto demolita per ordine pubblico con soddisfazione della speculazione.

Nell'affresco alle nostre spalle si vede un gallo che ha già cantato tre volte. Lo interpretiamo come allarme per l'edificio medievale in questione e come monito e sollecito per i pavoni, gli struzzi e... i tacchini circostanti che fanno finta di non sapere. Francesco Petrarca fu il primo illuminista, ma è trascurato. Egli fu perfino emarginato dal De Sanctis in quanto non utile al Risorgimento. Non oso nemmeno pensare come sarebbe la letteratura europea senza l'Illuminismo e il contributo petrarchesco. Non sembri quindi esagerata l'urgenza di adeguato, tangibile interesse.

[2 marzo 2013]








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