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Condivido che in Italia sul tema ci sia ancora molto da fare, in assenza di una legislazione nazionale chiara, ho letto di alcune esperienze che sembrano poter suggerire la strada almeno per via sperimentale. A Roma per esempio mi sembra ci sia stato un coordinamento tra centri specialistici, assessorato e volontari del Policlinico, che ha realizzato un progetto sperimentale in alcune scuole per poter somministrare farmaci in casi di crisi acute.
Si potrebbe partire da qui per pensare da una parte a progetti di formazione in accordo con le strutture specialistiche dall'altra a protocolli con presidi di pronto soccorso che lavorano sul territorio.
Penso sia utile che la formazione si sviluppi su un doppio binario: alle scuole e agli insegnanti, e alle famiglie.
Centrale mi sembra riuscire a fornire al personale scolastico informazioni adeguate che permettano di fare prevenzione seria, e di conoscere e riconoscere questo tipo di malattie, soprattutto nei momenti di crisi e di reazione critica, per comprendere quando sia urgente l'intervento sanitario o medico. Spesso questi bambini credo richiedano poi dei piani di intervento personalizzati, ma comunque insegnare a non avere paura e a sapere con cosa si ha a che fare può essere di grande supporto per affrontare situazioni anche difficili.
Quando può diventare indispensabile la somministrazione durante il tempo scuola io credo sia importante non lasciare soli scuola ed insegnanti ad affrontare situazioni critiche, che significa non solo tutelarli nella presa in carico della responsabilità del prestare aiuto, ma coniugando una adeguata formazione, con la promozione di protocolli che rafforzino il legame tra scuola, strutture specializzate nella cura allergologica, associazioni di volontariato, e centrali operative del 118, introducendo ad esempio, con codici di accesso facilitati che possano accompagnare e guidare gli insegnanti in presenza di una crisi, e unità mobili dedicate di affiancamento alle scuole laddove ci sono situazioni a rischio riconosciute.
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