Rispondi a:

Inviato da avatar Salvina Inzana il 05-05-2013 alle 12:13

Darsena, quanto costa l'Expo sulle vie d'acqua
http://www.vocidimilano.it/articolo/lstp/41511/

Francesco Colamartino (magzine)

Per salvare i parchi di Milano bisogna pedalare. Così il mondo dell’ambientalismo milanese ha organizzato per domani due biciclettate a scopo dimostrativo contro il progetto di Expo 2015 “Le vie d’acqua”. La polemica è chiara: il tratto sud delle Vie d’acqua che collegherà la zona dell’Expo alla Darsena danneggerà, con il suo percorso a zig zag, i tracciati storici degli antichi fontanili dei quattro parchi cittadini della zona ovest di Milano. Il tutto al costo di 89 milioni di  euro. La Darsena ticinese, futuro capolinea urbano delle Vie d’acqua, fino allo scorso 31 gennaio era una macchia di vegetazione che dava asilo a una grande varietà di specie animali e vegetali, alcune delle quali protette. Ora, dopo il passaggio delle ruspe e delle motoseghe dell’Amsa, non rimane altro che una spoglia lingua di terra, che presto verrà asportata per fare spazio a un canale navigabile con medie imbarcazioni, dotato di porticciolo e costeggiato da negozi e locali per il tempo libero. Il progetto è stato realizzato dallo studio Bodin-Rossi-Guazzoni in vista di Expo 2015 e, per finanziarlo, sono stati stanziati 160 milioni di soldi pubblici da Regione, Comune e Expo Spa, la società che gestisce i lavori per l’esposizione universale, mentre altri 15 milioni sono arrivati dai privati. 

C’è chi è convinto che i lavori dell’Amsa abbiano addirittura violato una serie di norme. Tra questi Elisa Scarano dei Verdi ricorda come all’articolo 14 del Regolamento d’uso del verde del Comune di Milano si può leggere che negli spazi verdi “è vietato asportare la terra, rimuovere e danneggiare i nidi e le tane, catturare e molestare gli animali selvatici”. Poi c’è il Regolamento comunale a tutela degli animali, che si richiama alla Dichiarazione Universale dei diritti dell’animale, adottata dall’Unesco nel 1978. L’articolo 2 del regolamento prevede infatti che “il Comune promuova e sostenga iniziative e interventi rivolti alla conservazione degli ecosistemi e degli equilibri ecologici che interessano le popolazioni animali”. E, all’articolo 14, la tutela viene estesa anche agli animali selvatici ed esotici. Ma non finisce qui. «Anche la legge regionale 10 è stata infranta dalle istituzioni – dice Elisa - all’articolo 5 è infatti sancito il divieto di danneggiamento o distruzione della vegetazione nata spontaneamente nei corsi d’acqua e in cui abbiano trovato asilo piccoli animali, fatti salvi gli interventi autorizzati dall’istituzione stessa». Fino a qui tutto regolare. 

All’articolo 9 della stessa legge regionale si dice, però, che eventuali interventi di “sfalcio” delle aree verdi sono consentiti solo per progetti specifici, tipo quello di Expo spa, eseguiti con la supervisione di tecnici qualificati, laureati in scienze naturali o in scienze biologiche. «Ma, almeno da quanto emerge dalla determinazione dirigenziale - dice Luigi Francia, consigliere del circolo Pd di Giambellino - il Comune ha affidato i lavori di abbattimento della lingua verde ad Amsa senza che gli fosse pervenuto alcun parere tecnico». Infine c’è la legge dello Stato 157 a tutela degli uccelli e dei mammiferi presenti sul territorio nazionale. Anche questa sembra essere stata gettata nel dimenticatoio, nonostante recepisca parte della Direttiva europea sugli Uccelli, integrata da una legge comunitaria del 2009 che ha introdotto un regime più stringente in materia di conservazione della fauna e della flora spontanee. 

Gli attivisti dell’associazione Darsena Pionera, nata  nel 2009 per impedire l’abbattimento della striscia verde, hanno organizzato a gennaio una serie di iniziative per scongiurare l’inizio dei lavori di sgombero e convincere il Comune ad accogliere la loro proposta di variante al progetto, partendo proprio da uno dei temi chiave di Expo 2015: la biodiversità. «Paradossalmente – dice Alessandra Mauri di Darsena Pioniera - è stata l’ormai decennale incuria dell’uomo, in questo caso delle istituzioni, a permettere la proliferazione spontanea di quella lingua di verde». Sarebbe bastato lasciarla intatta, sostengono gli attivisti, aggiungendo palificate di legno e scogliere in modo da evitare l’invasività della vegetazione. Questo, secondo i loro calcoli, non avrebbe affatto compromesso la futura navigazione delle imbarcazioni. In più la variante avrebbe permesso al Comune di risparmiare 300mila euro sui 600mila stanziati per i lavori di abbattimento e avrebbe ridotto notevolmente l’inquinamento, dal momento che per la movimentazione della terra sarebbero bastati a quel punto solo 10 camion invece dei 300 attuali. «Ma la giunta Pisapia – dice un altro membro dell’associazione, Giuliana Zoppis – non ci ha mai voluti incontrare né si è interessata alla nostra proposta». Lucia De Cesaris, assessore all’urbanistica del Comune, durante un incontro tenutosi alla Ex Fornace sul Naviglio, ha ricordato agli attivisti che le loro proposte sono arrivate a progetto esecutivo già chiuso e che, introdurre una variante, avrebbe causato troppi problemi con i tempi di realizzazione.

Intanto tra pioppi, salici, ontani e canneti erano ben 66 le specie di uccelli che avevano scelto quella lingua di terra come loro dimora, alcune delle quali molto rare e sottoposte alla particolare tutela della red list dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iunc) di cui fanno parte. «La Cassazione stessa – dice Marco Fioratti di Lipu, la Lega italiana protezione uccelli - ha dichiarato, in passato, che la distruzione delle nidificazioni attive presenti in questo periodo dell’anno rientra nella fattispecie del reato  di danneggiamento». Nonostante l’ultima battaglia sia stata persa, il mondo dell’ambientalismo milanese non dichiara chiusa la sua guerra con quelle istituzioni che, a suo dire, vogliono distruggere quel po’ di natura rimasta a Milano. E lancia la nuova sfida di domani.

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta