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Inviato da avatar Enrico Fedrighini il 13-06-2013 alle 16:24

Cerco di sintetizzare i diversi punti da lei posti in un'unica risposta.

E' vero: le condizioni meteoclimatiche fanno del bacino padano una zona dove è facile l'accumulo e la stagnazione di veleni nell'aria. Di fronte a questa situazione di sono due soluzioni: rivolgersi a un monaco trappista, oppure affrontare la situazione grave con misure adeguate a ridurre i valori di concentrazioni inquinanti nell'aria.

Attenzione: la Commissione europea ora non si limita a perseguire esclusivamente il mancato rispetto dei valori-limite stabiliti dalla Direttiva per la concentrazione di sostenze inquinanti nell'aria. Il suo compito non è quello del vigile urbano che commina multe per violazione del codice. Ora Bruxelles agisce nei confronti dei governi locali che non fanno nulla (o fanno in  modo non adeguato) per ridurre la soglia delle concentrazioni inquinanti. Il ragionamernto è il seguente: nella vostra zona (ad es la Pianura Padana) è difficile ìrientrare ìin tempi brevi entro i parametri stabiliti da Bruxelles? Bene: ma in ogni caso devono essere messe in atto tutte le misure necessarie (anche locali, anche di breve periodo, anche stagionali) in grado di garantire che i valori di concentrazioni inquinanti, pur rimanendo fuori legge, si riducano. E questo per una ragione molto semplice: le ricerche mediche dell'ultimo decennio comprovano la diretta interrelazione fra incrementi (o diminuzioni) anche minimi della concentrazioni inquinanti atmosferiche e incrementi (o diminuzioni) di ricoveri, patologie acute e mortalità.

Tutto questo si lega ad alcuni dati che, seppure pubblici, non vengono esaminati con la dovuta attenzione. Il particolato sottile (PM10) è una sorta di aerosol, un vettore di sostanze più o meno nocive. Se ci rechiamo in campagna durante la mietitrebbiatura, le concentrazioni di PM10 risulteranno elevate; ma quel PM10 non contiene elementi particolarmente dannosi per la salute umana. In città uno degli indicatori di prossimità alle fonti inquinanti analizzati con particolare attenzione è il Black Carbon (BC), particelle molto volatili che si "attaccano" al particolato e raggiungono le cavità profonde bronchiali.

Ebbene: a parità di concentrazioni medie giornaliere di PM10, all'interno di Area C il Black carbon presente nel PM10 è la metà rispetto al resto della città. Questo significa che ridurre il traffico urbano con misure locali, rapide, concrete significa ridurre il rischio salute.

Sul peso delle fonti inquinanti (riscaldamento, traffico, attività umane) è cosa utile capire la realtà a cui si fa riferimento. In un borgo di montagna la principale fonte inquinante è data dalla legna dei camini; a Taranto penso che l'ILVA pesi un po' di più del traffico. A Milano (dove ogni giorno circolano quasi un milione e mezzo di auto, e dove i valori massimi di PM10 vengono spesso superati a settembre, quando notoriamente i riscaldamenti sono spenti) è cosa nota che il 70% delle emissioni inquinanti atmosferiche annuali proviene dal traffico.

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