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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 27-06-2013 alle 01:31

Faccio uno dei miei escursus (si dice così? e come si scriverà poi?).

Parlare di concorrenza onesta nell'ambito edilizio è accostare due concetti incompatibili.

Se l'ambiente dell'edilizia fosse onesto non esisterebbe, almeno non nella forma in cui oggi lo conosciamo.

Sono recenti i dati demografici per l'italia che ci fotografano come paese con crescita della popolazione azzerata.

Ergo dovrebbe essere inutile ed abntieconomica la costruzione di nuove case.

Le aziende sono in crisi e chiudono, capannoni e magazzini vuoti in brianza e anche in città sempre più aree abbandonate e palazzoni di uffici vuoti.

Serrande abbassate ovunque.

L'occupazione di un po' di manovalanza extracomunitaria è l'unica scusa buona che tiene in vita un sistema fatto per lo più di tangenti, finanziamenti intascati, fallimenti fraudolenti, ecomafie e truffe varie.

L'edilizia del recupero/innovamento dell'esistente è un fantasma che si aggira per la città, tenuto in vita da finanziamenti pubblici strutturati in modo da favorire questo o quello.

Siccome io non sono una persona pessimista non mi limito a criticare l'esistente ma vi prospetto anche la soluzione (che è assai semplice e per questo non sarà mai adottata).

I soldi pubblici, non solo quelli delle grandi opere ma anche quelli delle manutenzioni ordinarie, dovrebbero essere dati dopo concorsi d'appalto ai quali sia obbligatorio presentare (oltre a tutte le scartoffie) l'indicazione delle spese pre-fatturate fino a un minimo prefissato.

Per fare un esempio pratico, se io volessi concorrere all'appalto del lavoro di giardiniere per il comune di via Oglio dovrei presentare tutti i capitoli di spesa riferiti ad un anno solare.

- Operai: 2 per 5.000 euro (le ore previste dal contratto)

- Materiale: insetticida, concimi, diserbanti, ecc.

- Spese di segreteria, manutenzione veicoli, ecc.

In pratica un listone con tutte le voci di spesa, e di guadagno per il titolare.

A questo punto il comune controlla che nessuno guadagni 100.000 euro l'anno solo perché è il titolare dell'appalto che poi sub-appalta a due extracomunitari (oggi ce l'ho su con gli extracomunitari, perdonatemi) in nero spendendo per il lavoro effettivo cifre irrisorie.

Le tangenti sono possibili grazie a quei 100.000 euro che restano in tasca all'amico dell'amico e che ne usa 50.000 per convincere il furfante di turno a cedergli il lavoro.

Detto questo, per essere perfetti, il comune dovrebbe non già pagare la ditta appaltatrice ma direttamente i fornitori e i dipendenti per evitare che certe spese restino solo sulla carta.

In ultimo si dovrebbe usare qualche meccanismo che favorisca chi usa prodotti e mano d'opera provenienti dal territorio locale, ma qui ci si addentra in questioni di protezione del mercato, dazi, bilancio economico, che sono tutta un'altra storia...

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