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La verità vi fa male, lo so..... Rei confessi ??
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REI CONFESSI
«Sì serve solo a far cassa». Non l’hanno proprio detta così esplicitamente ma la vicesindaco Ada De Cesaris e l’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran l’hanno finalmente ammesso: Area C, al pari di tutti gli altri provvedimenti (pseudo)ambientalisti, non è servita a ridurre l’inquinamento ma solo a rimpinguare i vuoti – non per necessità ma per demerito degli amministratori – forzieri comunali.
L’ammissione involontaria è arrivata in occasione di una polemica dei col sottosegretario all’Ambiente Marco Flavio Cirillo che, su Twitter, ha scritto: «Area C e aumento degli abbonamenti Atm (che scatterà a settembre ndr) sono in contrasto fra loro. Così non si promuove la mobilità sostenibile». Una frase indubbiamente vera, al di là della colorazione politica di chi l’ha pronunciata (in questo caso l’ex sindaco di Basiglio, berlusconiano doc): se si vuole incentivare i cittadini a lasciare la macchina in garage e usare i mezzi pubblici si dovrebbe tassare la mobilità privata, riducendo al contempo i prezzi del trasporto pubblico. Una visione non certo liberale ma quantomeno coerente. Se invece si combattono le automobili con le imposte e poi si aumentano pure i biglietti di metro e autobus, come Pisapia ha già fatto a inizio mandato e vuol fare ancora (passando da 1,50 a 1,70 euro entro l’anno prossimo), allora si vuol solo spremere ancor di più i cittadini più tartassati d’Italia. In caso contrario si abbia il coraggio di dire ai cittadini: «Non prendete la macchina né i mezzi pubblici, ma andate a piedi che fa anche bene alla vostra salute». Una verità semplice, chiara, lapalissiana cui i due assessori meneghini hanno risposto con la solita tiriterapolitichese del “non è colpa nostra” e del “non si poteva fare altrimenti”. Anzi, con l’arroganza tipica di chi si rende conto d’esser stato colto in fallo, i due hanno risposto chiedendo piùsoldi al governo. «Strangolate gli enti locali e giudicate? Area C è un esempio internazionale. Ci date il contributo per il trasporto pubblico che chiediamo» ha scritto la vicesindaco (o la “vicesindaca” come terrebbe a sottolineare la Boldrini) mentre l’educatore Maran ha aggiunto: «Invece di chiacchierare aiuti il governo a trovare i soldi per il fondo nazionale dei trasporti». Insomma, in entrambi i casi, la morale è che tutti dovrebbero lavorare per evitare al Comune l’incombenza di essere obbligati ad aumentare le tariffe o le tasse. L’idea di ridurre le spese, ovviamente, non balena neppure nella mente di lorsignori.
Quello che hanno adottato i due illustri esponenti di giunta non è altro, in effetti, dell’atteggiamento tipico degli amministratori che vogliono lavarsi le mani: dire che non si può fare altrimenti, che senza l’impegno da parte del governo loro non possono far altro che aumentare le tariffe. Si lanciano e respingono il pallino delle responsabilità. E in questo divertente (per loro) gioco fra politici a rimetterci è sempre lui: il contribuente cui non resta che pagare e tacere.
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