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Inviato da avatar Roberto Michele Mazzilli il 13-09-2013 alle 16:16

Assenteismo nel Metro

tutti i guardiani degli ingressi del metro che ho visto io, meno quello di Bonola alle ore 19 di qualche mese fa , o leggono il giornale, o telefonano, ma non guardano chi entra illegalmente o chi esce illegalmente.

Tanto il loro stipendio è pagato e le spese le paghiamo noi.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_febbraio_15/assago-metro-ingresso-clandestino-1903287935530.shtml

I furbetti del biglietto

Al metrò di Assago migliaia di passeggeri entrano dall'uscita di sicurezza

Una scorciatoia per raggiungere i treni che, per molti, diventa anche un modo per non pagare il biglietto

(Fotogramma)(Fotogramma)







MILANO - Capolinea e Caporetto. L'ingresso clandestino è sul retro, una porta verde nella piramide della stazione di Assago. I pendolari infilano l'uscita di sicurezza e sbucano sulla banchina del metrò. Direzione: Milano. Non ci sono tornelli, telecamere, steward né vigilanti di guardia. La scorciatoia è libera e gratuita: il biglietto del treno non serve, e comunque non lo chiede nessuno. Chi paga è perduto, timbra su al primo piano, vaga in un salone deserto. Sono tutti giù, i passeggeri.


Assago, ingresso clandestino al metrò


Assago, ingresso clandestino al metrò    Assago, ingresso clandestino al metrò    Assago, ingresso clandestino al metrò    Assago, ingresso clandestino al metrò    Assago, ingresso clandestino al metrò

ATM - «Abbiamo segnalato il fenomeno alla direzione», raccontano i macchinisti Atm. Tempo e luogo: otto di ieri mattina, piazzale del Mediolanum Forum. L'evasione di massa è questa processione che aggira i controlli passando direttamente dal piazzale del terminal al piano dei binari. Sono centinaia, migliaia di persone. I fantasmi del metrò. Scendono dai pullman e «bucano» il muro della ferrovia. Gli impiegati nei cappotti dietro gli studenti che seguono le signore coi cappelli di lana. La breccia è sul lato B della stazione, in fondo a un vialetto grigio, dietro una rete metallica. Il trucco si regge su un patto: che qualcuno spinga dall'interno il maniglione antipanico e nessun altro s'impicci. E funziona. La porta spalancata fa comodo a tutti, il flusso attraverso il varco è continuo. L'infrazione è prassi, la tranquillità dei gesti descrive un'abitudine. Sono saltate le regole.

L'USCITA - L'uscita d'emergenza tradisce il nome e la funzione: da qui, ogni giorno, entrano gli insospettabili portoghesi del metrò verde. C'è una falla nel sistema di sicurezza. Le due nuove stazioni della linea Famagosta-Assago sono state progettate come strutture-ponte; gli edifici sono rialzati; l'itinerario pedonale verso i treni è studiato su un percorso a saliscendi: il passeggero deve scalare la fermata, raggiungere la biglietteria del mezzanino, superare la barriera dei tornelli elettronici e a quel punto ridiscendere nella pancia del terminal, alla galleria dei treni. «Passare di qui è più comodo», si giustificano i pendolari di Assago. La «porta verde» è al piano terra: divide il prato dai treni. Semplice, immediata, senza ostacoli. Abusiva. Quanti soldi starà perdendo l'Atm?

IL DANNO - Quanti abbonamenti regalati, quanti biglietti invenduti? «Centinaia di migliaia di euro persi», azzardano i macchinisti del metrò. C'è però un problema più delicato che investe il ruolo di garanzia dell'azienda dei trasporti: il «buco» nella rete metropolitana è anche una minaccia alla sicurezza dei passeggeri. Chi entra dalla stazione di Assago? Cosa può trasportare sui treni? Chi controlla?

L'OPERA - I Comuni, la Provincia e la Regione hanno speso 87 milioni di euro e impiegato otto anni (otto!) per posare 4,8 chilometri di binari e costruire le due stazioni periferiche oltre la fermata Famagosta del metrò 2. Il progetto definitivo è stato modificato trentotto volte. Trentotto varianti che hanno allungato i tempi dei cantieri e fatto lievitare il prezzo complessivo dell'opera. Trentotto varianti dopo, a quasi un anno dall'inaugurazione, si scopre che la tratta più moderna della M2 è anche la più vulnerabile: «Le uscite di sicurezza sono fuori controllo - denunciano i sindacalisti della Rsu -. Aprono una voragine nei bilanci del trasporto pubblico e rappresentano un pericolo per gli utenti onesti».

IL DEBITO - Di passeggeri, da qui, ne sono partiti almeno un milione e mezzo dal 20 febbraio 2011 a oggi. Il promesso maxiparcheggio d'interscambio non è stato più realizzato. E la cordata d'imprese che ha costruito il prolungamento della linea, sotto la supervisione di Mm, aspetta ancora il pagamento degli arretrati: Assago deve saldare un debito di 2,844 milioni di euro e il ministero dei Trasporti deve mettere altri 4,424 milioni.

Armando Stella Gianni Santucci



l nuovo regolamento ATM: chi abbraccia l’illegalità non paga il biglietto

Cari Amici Lettori,

vogliamo raccontarvi ciò che c’è accaduto alle nove e un quarto di questo mercoledì sera. State con noi, ha del surreale!

"Il luogo del delitto" - foto Milano Post, 12/06/2012

Mentre eravamo in piazzale Piola, ci siamo imbattuti in un gruppo formato da due ragazzi e una ragazza – in stile centro sociale – con i rispettivi cani (senza museruole, e due su tre anche senza guinzaglio). Succede che anche loro – come noi – si dirigessero a prendere la metro PIOLA M2. Subito c’è sorto spontaneo un pensiero: chissà se questi ragazzi saranno provvisti di un biglietto…! Il nostro quesito, pochi minuti dopo, sarebbe stato soddisfatto da una risposta.

Dopo aver passato il tornello coi nostri biglietti, ci siamo così soffermati un attimo ad osservare disarmati la deplorevole scena che stava per avvenire. I due pseudo-gentiluomini accompagnati dalla “fanciulla” si rivolgono con fare “affettuoso” alla responsabile ATM in servizio dietro il vetro di sicurezza… e le chiedono di aprire l’ingresso riservato ai disabili, per una “nobile” causa: “Siamo senza biglietto!”

L’ATM-ina tergiversa un po’, probabilmente anche perché s’era accorta della nostra presenza… fino a quando non coglie la fortuita occasione dei passeggeri che stanno salendo dalla metro appena arrivata. Uno di loro, infatti, è in possesso di una bici, e ha bisogno di passare proprio dal tornello riservato a disabili, carrozzelle e mezzi di locomozione. E’ un attimo: come per incanto, si apre il varco che porta dalla legalità all’illegalità.

Passa il passeggero con la sua bici. Dopodiché… la responsabile ATM – che di responsabile ha ben poco – sceglie bellamente di far finta di niente… sorridendo soddisfatto, e ringraziandola, passa il primo ragazzo con cane. Poi, il varco viene sfruttato anche dalla donzella, che ringrazia anche lei. E, dopo, il tornello si chiude! Sarebbe rimasto fuori il terzo amico… ma… la nostra simpatica Responsabile, con estremo senso civico, riapre il varco!!! Sì, i passeggeri clandestini sono dentro: l’illegalità vince sulla legalità!

E allora? E allora noi – da giornalisti che hanno il diritto, ma anche il dovere, di cronaca – andiamo dalla donna ATM a chiedere semplicemente il perché. Domanda legittima, no? Forti – fra l’altro – del principio che “domandare è lecito, rispondere è cortesia”. Lei si irrita al solo vederci, e alla nostra domanda esce scocciata dal suo gabbiotto di sicurezza. Dice: “Si sono intrufolati a mia insaputa”. Alché le facciamo notare che non è andata proprio così… e lei risponde: “Sono un pubblico ufficiale, non mi state facendo svolgere il mio lavoro!” Sorridendo rispondiamo: “Beh, ha ragione… il suo lavoro non lo sta proprio svolgendo… dal momento che ha permesso a quei tre individui di passare senza biglietto!”. A questo punto, la nostra paladina della “non giustizia” s’infervora sempre di più (probabilmente perché sa di essere nel torto) sfoderando una perla di saggezza che potrebbe fare invidia ad Aristotele: “Spostatevi da qui, se non volete farvi male!” (che - in un Paese civile come il nostro - sa proprio di minaccia).

Subito riprende la nostra super-addetta: “Fornitemi i vostri dati, perché adesso chiamo la polizia!” – cosa che, fra l’altro – le avevamo suggerito noi poco prima, affinché potesse porre rimedio al reato che i tre hip-hopari alternativi avevano commesso. Lei si chiude dentro, mentre la direzione di Milano Post - in totale tranquillità e sicurezza - aspetta l’arrivo delle forze dell’ordine, speranzosa anzi che esse arrivino, certa di stare nel giusto e di poter dimostrare tutto quanto tramite il circuito di telecamere più che mai presenti nella stazione. Dopo più o meno un quarto d’ora, non arriva nessuno: noi scendiamo e partiamo col metrò. Facciamo una riflessione insieme.

Visto che nella nostra Milano non si fa altro che aumentare le tasse, forse si dovrebbe badare di più a far pagare a tutti quanto dovuto… per ovviare al rischio futuro di fare arrivare a 2 euro il costo del biglietto Atm. Inoltre, consideriamo anche il chiaro problema di sicurezza e igiene: cani senza museruola e liberi di vagare dentro la metropolitana, probabilmente senza le obbligatorie vaccinazioni. Infine, ma non ultimo, il discorso legalità, che a volte sembra essere una parola che sta perdendo sempre di più il suo significato, diventando semplicemente una moda passeggera. Passeggera, sì, è il caso di dirlo: della metropolitana – in questo caso verde – di Milano.

Un reportage di

http://www.milanopost.info/2012/06/13/il-nuovo-regolamento-atm-chi-abbraccia-lillegalita-non-paga-il-biglietto/
Nadir Davide Mennuni e Salvatore Todaro

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