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Inviato da avatar Roberto Michele Mazzilli il 18-09-2013 alle 19:15

Cos'è la peste?

La peste è una malattia infettiva di origine batterica, tuttora diffusa in molte parti del mondo. E’ causata dal batterio Yersinia pestis, che normalmente ha come ospite le pulci parassite di roditori, ratti, alcune specie di scoiattoli, cani della prateria. In qualche caso le pulci possono infettare anche gli animali domestici come i gatti.

Trasmissione e sviluppo della malattia
La peste si manifesta principalmente sotto tre forme diverse, che a volte possono anche essere compresenti:
Peste polmonare: il batterio infetta i polmoni. Questa forma della malattia può trasmettersi da persona a persona attraverso l’aria di persone infette e quindi costituisce una delle forme più pericolose. Può derivare anche dalla degenerazione delle altre forme se non sono curate prontamente.
Peste bubbonica: è il tipo di peste più comune e si manifesta in seguito alla puntura di pulci infette o per contatto diretto tra materiale infetto e lesioni della pelle. Manifestazione tipica di questa forma è lo sviluppo di bubboni, ingrossamenti infiammati delle ghiandole linfatiche, seguiti da febbre, mal di testa, brividi e debolezza.

Peste setticemica: deriva dalla moltiplicazione del batterio nel sangue. Viene contratta per le stesse cause di quella bubbonica, e non si trasmette da persona a persona. Causa febbre, brividi, dolori addominali, shock e prostrazione, sanguinamenti della pelle e di altri organi, ma senza  bubboni.
Il sospetto di peste si dovrebbe avere in seguito alla manifestazione dei primi sintomi, soprattutto in presenza di un bubbone. I bubboni solitamente si manifestano dopo 2-6 giorni dall’esposizione, e la malattia procede in modo rapido, eventualmente degenerando nelle forme polmonare e setticemica se non è trattata prontamente. L’incubazione della forma polmonare primaria invece dura da uno a tre giorni ed è caratterizzata da una polmonite acuta con tosse e sputo di sangue. Il tasso di morte nei pazienti con peste polmonare è del 50 per cento.

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La peste a Milano

La peste più conosciuta che flagellò Milano fu quella del 1630, resa celebre dal Manzoni nei "Promessi Sposi".

Dai paesi intorno a Milano, giungono le notizie dei primi morti, ma, solo dopo una visita sui luoghi della malattia, si stabilisce che si tratta di peste. Le autorità, ed in particolare il governatore Ambrogio Spinola, rimangono piuttosto indifferenti al problema; ma anche la popolazione rifiuta l'idea del contagio. Finalmente, il 29 novembre 1629 viene pubblicata una grida che vieta l'ingresso in città di coloro che provengono da paesi ove si è verificata l'epidemia: ma ormai la peste è già entrata in Milano.
Si riteneva che la peste del 1630 a Milano fosse diffusa prevalentemente dai cosiddetti untori
Gli untori erano persone qualunque che venivano indicati dal popolo come complici del demonio, e da lui incaricati di ungere le porte e i muri delle case per spargere il morbo della peste. Gli unguenti pestiferi erano a base di sterco umano, di cenere o carbone, di topi e altri veleni.

Era noto un antidoto alla peste, la cui ricetta fu estorta con la tortura ad un untore, il quale fu poi impiccato.

La ricetta recitava questi ingredienti: si prendeva: "cera nuova once tre, olio d'oliva once due; olio di Hellera, olio di sasso, foglie di aneto, orbaghe di lauro peste, salvia, rosmarino, once mezza per ciascuno; un poco d'aceto", si faceva bollire il tutto riducendolo a una pasta con la quale si ungevano le narici, le tempie, i polsi e le piante dei piedi, dopo aver mangiato cipolle, aglio e bevuto aceto.

Gli appestati o presunti tali venivano confinati nel Lazzaretto, una struttura di quarantena.

Volete la peste di nuovo ??

Guardate che non sto scherzando.

Se entrate in un posto pieno di ratti, topi di fogna che convivono con bambini, adulti animali, ecc. in mezzo al luridume, tonnellate di avanzi di cibo, indumenti, oggetti 

Guardate le foto e poi ditemi. Scusate in una sola foto si vede un bel ratto, io sono lento e loro veloci, ma vi assicuro che ne ho visti un centinaio, senza esagerare.
































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