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Attenzione: il primo quesito è volutamente un programma complessivo di interventi per la mobilità sostenibile. E' l'intero pacchetto che rappresenta una vera svolta. Per trasparenza si dice dove si attingono le risorse (congestion charge) e dove si reinvestono i proventi (trasporto pubblico, mobilità pulita, ecc.). C'è in gioco il modello di sviluppo di Milano.

Qualche precisazione tecnica: congestion charge e aree pedonali sono le stesse misure ritenute prioritarie dalla commissione tecnica di esperti nominata dal Comune, così come lo sviluppo delle aree residenziali (il rapporto è pubblicato da oggi su www.milanosimuove.it); il punto sull'estensione del sistema della metro è stato eliminato dal comitato dei garanti, che l'ha ritenuto di valenza non solo milanese; i bus di quartiere non sono utopistici, anzi sono la nuova soluzione ai problemi della mobilità in periferia e nell'hinterland; l'esperienza partita dal 2009 (diversa dal radiobus, in quanto sono mezzi che partendo da una stezione del metro o della ferrovia ogni 10-15 minuti servono aree circoscritte) è un successo; non è vero che il bike-sharing è prevalentemente utilizzato da non residenti: è utilizzato da tutti e ha grandi potenzialità con l'espansione; la seconda guida per ogni taxi equivale a raddoppiare in prospettiva i taxi in circolazione; il quesito sulla logistica prevede di ripristinare fasce orarie per la distribuzione delle merci (come in quasi tutte le città) e di ricorrere di più alla logistica organizzata moderna con mezzi ecologici (ci sono diversi esempi positivi anche in Italia, es. Vicenza); la regolamentazione della sosta in tutte le città del mondo si è dimostrata efficace nel ridurre il traffico; il bonus di 1.000 euro per chi rottama l'auto e passa al trasporto pubblico e pulito è già stato avviato a livello sperimentale da Regione e Comune.