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Inviato da avatar Beppe Caravita il 04-10-2013 alle 19:31

I segnali di problemi di sicurezza si stanno moltiplicando per la zona 3, un tempo "tranquilla". Qui di seguito un altro, e piuttosto eloquente.

Da www.z3xmi

Prostituzione (spesso coatta) in Viale Abruzzi.

Un Comitato di cittadini ("spontaneo e apolitico") lotta da anni contro questa inaccettabile forma di degrado. Ma la normativa è ferma alla legge Merlin del 1958. Ne parliamo con la presidente Fabiola Minoletti
(Adalberto Belfiore) 01/10/2013

Ahi, viale Abruzzi! I lavori per la corsia preferenziale della 92, peraltro tendenti all’infinito come ogni buon pubblico appalto italiota che si rispetti, non son certo l’unico problema di questa importante arteria della zona. La prostituzione è senz’altro un altro elemento che caratterizza da tempo immemorabile il viale e i suoi dintorni e l’eliminazione dello spartitraffico centrale per farvi, un giorno, correre la filovia ha contribuito a rendere più evidente e disseminare l’attività di tutta la bella umanità che ci gira attorno. Un po’ come quando sollevi un masso e scopri il brulichio che vi sta sotto. Sì, perché non potendosi più occultare tra i platani e le auto parcheggiate, il poco edificante traffico si è sparso verso Loreto e le vie limitrofe (Piccinni, Paganini, Monteverdi) e ora usa come palcoscenico la strada stessa, gli androni, i cortili, magari con i cofani delle auto a far da sbrigativo boudoir. Prostitute in prevalenza giovanissime per non dire minorenni, viados più o meno nerboruti, protettori (o fiancheggiatori come si usa dire adesso) minacciosi, clienti di ogni tipo e classe con il poco piacevole usuale corollario di profilattici, siringhe, urla, risse, spaccio e perfino fatti di sangue quando non veri e propri sequestri di persona sembrano essere una costante del panorama urbano in viale Abruzzi. Tutto naturalmente in assenza o quasi di contrasto e sotto gli occhi dei cittadini, anche di quelli dei ragazzini che vanno a scuola o in piscina nel vicino plesso di piazzale Bacone. Già, perché questa prostituzione è un  bell’esempio della globalizzazione che non vorremmo avere. Dazi non se ne pagano di certo e orari praticamente non ce n’è. Semmai turni: dalle 22 alle 3 le ragazze e poi i viados fino alle sette, ma non è infrequente incontrarne di entrambe le categorie anche di giorno. E un buon numero di etnie hanno soppiantato, almeno in apparenza, gli italiani. Le ragazze sono prevalentemente est europee e orientali (qualche attempata professionista nostrana resiste ancora, ma non c’è più partita). E anche gli inevitabili magnaccia hanno cambiato passaporto. Ora i boss sono albanesi, ci dicono, e delegano il lavoro di strada a romeni e ultimamente a bulgari. Senza dimenticare la presenza di cinesi: con la globalizzazione la Cina, si sa, è quanto mai vicina. Un bel rebelot qui in viale Abruzzi insomma, per usare una cara vecchia parola meneghina.

Tutto ciò non rappresenta certo una novità, lo sappiamo bene, ma a noi interessa sapere cosa pensano e cosa fanno i cittadini, quelli che con questa situazione ci devono convivere, e dar loro voce. Per questo abbiamo contattato la signora Fabiola Minoletti, nota attivista del Comitato (spontaneo e apolitico si definisce) Abruzzi-Piccinni nonché  presidente dell’Associazione nazionale contro il writing vandalico (ma di questo e delle altre attività della nostra gentile ospite parleremo in altra occasione). La signora Fabiola ci riceve nella sua bella e signorile casa che affaccia sul viale e ci illustra con dovizia di particolari sia il problema (la descrizione che ne abbiamo fatto sopra è basata su quanto lei ci ha raccontato) sia l’attività del comitato. È notevole l’impegno con cui lei e gli altri cercano di reagire a questa situazione. Da anni fotografano le persone e le targhe delle macchine sospette, filmano i fattacci e passano il materiale alle autorità. Visibilità ne hanno ottenuta parecchia: spesso le loro segnalazioni finiscono in rete su blog e giornali on line come il nostro e anche grandi quotidiani nazionali come La Repubblica o il Corriere se ne sono interessati. Ma la situazione non è certo migliorata, anzi Fabiola è sicura che “assisteremo a un peggioramento e l’Italia rischia di diventare il punto di smistamento per la prostituzione proveniente dall’Europa dell’Est”. Ma la signora Minoletti non è certo remissiva: con metodo da ricercatrice, quale effettivamente è stata, raccoglie i dati sistematicamente, ne fa tabelle, grafici e diagrammi, trasformando  fatti bruti e isolati in elementi di conoscenza che rendono possibile una migliore comprensione del fenomeno, se mai qualcuno si prenderà la briga di metterci le mani.
Perchè quello che manca è indubbiamente la risposta delle autorità, soprattutto della politica. La legislazione italiana è totalmente inadeguata, dice la signora, ricordandoci che la prostituzione in sé non è reato. Ma il problema è che l’Italia è ferma ai tempi della Merlin (la deputata socialista promotrice della legge 75 del 1958 che porta il suo nome con la quale furono chiuse le case di tolleranza e abolita la regolamentazione della prostituzione con l’intenzione di spostare la repressione sul reato di sfruttamento ndr). Intanto però il fenomeno è cambiato e anche le pene sono troppo lievi (max 3 anni) mentre bisognerebbe inasprirle per reati connessi come lo sfruttamento dei minori e il sequestro di persona, dato che ormai si tratta con frequenza di vera e propria riduzione in schiavitù ai danni di tante giovani in cerca di lavoro e di fortuna. E stabilire accordi per colpire i trafficanti del sesso anche nei paesi di origine. Bisognerebbe poi aumentare le risorse per l’aiuto alle vittime, spesso ragazze minorenni, e promuovere l’attività dei gruppi di volontariato. Qui si è fatta vedere solo qualche associazione, ALA, i City Angels assieme ai quali il Comitato Abruzzi ha provato ad avvicinare le ragazze. Con una di loro, chiamiamola Adelina, una delle poche che ha denunciato e che ora è sotto protezione, hanno realizzato anche un servizio. Ma non serve a molto perché loro, le ragazze, non vogliono essere aiutate e non denunciano, certamente per sfiducia. Come dar loro torto? Diverso sarebbe se ci fosse anche da noi una regolamentazione sul modello di quanto fatto in Germania dalla Merkel, ci dice convinta la signora Minoletti. La Merkel, ancora lei, a dettar la linea anche in materia di prostituzione? Certo, perché effettivamente in Germania (e quasi in tutta Europa) la prostituzione è legalizzata e si svolge in locali, spesso addirittura in centri commerciali, a luci rosse, con tanto di tasse e controlli sanitari. Un mestiere come un altro insomma, seppur il più antico del mondo, come recita il vecchio indistruttibile luogo comune. E perché da noi non si fa, signora Minoletti? La signora non ci pensa molto per rispondere: per ipocrisia, ci dice. E perché qui c’è la chiesa cattolica, che non può accettare che “lo stato diventi il protettore” e tanto meno considerare la prostituzione come un fatto in fin dei conti normale. Normale? Certo, normale. Ci deve essere la prostituzione, afferma, altrimenti aumenterebbero reati come stupri e violenze sessuali. È determinata la signora, e si esprime con la pacata sicurezza di chi sa che i suoi argomenti sono sostenuti da una messe di dati, fatti e immagini difficilmente oppugnabili. Certo è che così non si può andare avanti. Ci racconta dei fatti di cui lei e altri cittadini sono stati testimoni: amplessi consumati sotto gli occhi dei passanti, ragazze picchiate, teste sbattute contro i muri, in un caso addirittura un bambino in fasce mostrato ad una giovane per costringerla a salire in macchina e seguire i suoi aguzzini. Il tutto in un quartiere non certo periferico, un desolato Bronx anni '50, ma appunto in viale Abruzzi. Ogni evento è ben documentato da video e foto di cui le autorità sono in possesso. Ma nessuno prova a far qualcosa? Ci hanno provato la Moratti e la Carfagna, mi ricorda senza troppo entusiasmo la signora Fabiola. E menziona anche la triste fine sia delle famose ordinanze della ex sindaco che del disegno di legge della ministra berlusconiana. Entrambe le iniziative proclamavano l'intento di togliere la prostituzione dalle strade, ma le prime furono bocciate dalla Consulta (tanto per dire come dovevano esser ben congegnate) e il secondo finì nel dimenticatoio sull’onda dello scandalo delle notti di Arcore che resero il tema inopportuno per il governo Berlusconi. E Pisapia, e l’attuale Giunta? Alla domanda la signora Fabiola si stringe nelle spalle. Lei giustamente guarda ai fatti e non ne fa certo una questione di schieramenti politici. Nota soltanto che anche questa amministrazione “non  fa granché”. Ma perché non ha strumenti, aggiunge. E allora come se ne esce signora Minoletti? La risposta è semplice: con una legge nazionale all’altezza del problema, che appunto regolamenti la prostituzione sul modello tedesco, perché tutti i tentativi a livello locale sono destinati a fare flop. E anche favorendo  le cooperative e altre forme legali e controllate di organizzazione delle prostitute. Allora la Merlin aveva torto? No, ma sono passati più di sessant’anni e il mondo è cambiato. La vera tragedia è che nessuno più se ne sia occupato seriamente. Non lo dico, perché la nostra interlocutrice è un' esponente di un comitato che ci tiene a definirsi apolitico, forse con ottime ragioni, ma a me viene da pensare al luminoso esempio dato in fatto di morale pubblica e privata e di rispetto della donna da quel notissimo statista pronto a farci affondare tutti pur di evitare la giustizia. Intanto, in attesa di una svolta, oltre alle solite minacce a lei e agli altri cittadini, alla signora Minoletti hanno fracassato i vetri della macchina, seppur parcheggiata all’interno di un cortile. Cittadini esasperati ultimamente hanno fatto anche uso di megafoni e bombe d’acqua, ottenendo solo qualche provvisorio spostamento e una prevedibile caterva di insulti e di minacce. Megafoni e bombe d'acqua: ci vuol poco ad intuire il livello di esasperazione di onesti cittadini costretti a usare strumenti come questi. Tra grafici e filmati il tempo è volato e la signora deve andar via per un’altra, ennesima, intervista. Non ci ha dato molti motivi di ottimismo l’ottima signora Minoletti, ma l’incontro è stato importante perché testimonia della volontà dei cittadini di reagire e della loro capacità di indicare soluzioni. Quando qualcuno dei nostri politici castaioli e strapagati avrà il coraggio della vecchia senatrice socialista? Ai posteri la difficile risposta. Per adesso possiamo solo salutare la signora con la promessa di restare in contatto e di trattare gli altri temi del suo impegno, il degrado urbano e il writing vandalico, in una prossima occasione.

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