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Inviato da avatar Gianfranco Librandi il 10-06-2011 alle 10:38

Per me è inammissibile che a prescindere, senza aver valutato nemmeno un progetto, si voglia richiedere a un privato di cedere il 50 percento della sua area. Ribadisco: a prescindere, senza sapere nemmeno a cosa sarà destinata l'area riqualificata, come sarà edificata. Si può anche costruire in maniera tale da tutelare sia gli interessi del pubblico sia quelli del privato (ecco i paletti): spingere, come è già stato fatto con successo in altri Paesi, affinché si edifichi più in altezza che in larghezza; richiedere che gli edifici siano costruiti in classe energetica A, quindi poco inquinanti, magari alimentati da pannelli fotovoltaici, con un sistema di raccolta di acqua piovana per provvedere anche ad innaffiarli senza sprechi, i giardini; con i parcheggi sotterranei, perché le auto dei residenti e dei lavoratori non occupino suolo pubblico. Questi sono i paletti: non si può impedire a un costruttore di fare il suo lavoro, di guadagnare dal suo investimento, ma si può fare in modo che investa per dare a Milano un'altra cultura di edificazione, facendo così in questo modo qualcosa per la collettività.

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