Rispondi a:

Inviato da avatar Salvina Inzana il 29-12-2013 alle 17:35

FINALMENTE!!! Grazie Luca De Vito.

Era ora che arrivasse questa informativa. Ma se ci si riferisce al n. degli alberi elencati nel Piano Abbattimenti del Comune la quantità non corrisponde perchè molti alberi non sono stati inseriti nei sopraddetti elenchi. Senza contare quelli abbattuti per cause diverse, come quelli della Darsena, del parco Lambro, per la VIA D'ACQUA, per le pensiline dei tram e quant'altro... abbattere alberi grandi e sostituirli con alberelli costa molto meno, in fatto di manutenzione, al Comune di Milano. Ma ci si perde in salute, benessere, storia, bellezza del paesaggio e valore degli immobili frontali.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/12/29/news/milano_sono_quasi_700_gli_alberi_scomparsi_dalle_strade_della_citt-74685132/

Milano, sono quasi 700 gli alberi scomparsi dalle strade della città

Il Comune si difende dalle critiche: "Sono soltanto interventi contro i rischi di caduta". Nella mappa dei tagli il record spettta alla zona 8. Nel nuovo anno sono previsti poco meno di 8mila nuovi arbusti
di LUCA DE VITO

Milano, sono quasi 700 gli alberi scomparsi dalle strade della città

L’ultimo taglio previsto sarà il 30 dicembre: cinque alberi in via San Vittore, (tre aceri saccarini, un pioppo e una sophora) verranno abbattuti dopo oltre cinquant’anni, tra le proteste dei residenti. E prima è toccato a una pianta secolare di fronte alla Basilica di San Lorenzo. Con queste operazioni, sale a 694 il conto degli alberi scomparsi dalle strade in tutto il 2013. Dalla periferia al centro, gli antichi alberi abbattuti si sono visti un po' dappertutto.

Il record nel 2013 spetta alla zona 8, dove i tagli sono stati 146: dagli ailanti, olmi e robinie in via Val Lagarina ai cipressi in piazzale Cimitero Maggiore, fino a via Aldini. Ma anche in centro sono scomparse piante dai luoghi simbolo della città (112 in totale): due aceri in piazza Castello, tigli in via Paleocapa, passando per due olmi in viale Alemagna. Eredità verdi che abbellivano i viali e che per molti motivi non esistono più. Primo tra tutti, le condizioni in cui versavano tronchi e rami: gli alberi iscritti in questi elenchi di Palazzo Marino appartenevano infatti alla famigerata classe 'D', la categoria di piante cittadine più malandate. Secondo la classificazione usata dal Comune si tratta di esemplari che «presentano gravissimi difetti morfologici e strutturali. I rischi di caduta e schianti sono elevatissimi ed il ricorso ad efficaci tecniche conservative e preservative è da considerarsi poco praticabile». Motivo per cui dovevano essere abbattute.

Così antichi platani, ippocastani e quant’altro spesso incontrano la motosega anzitempo. Dal Comune spiegano che per ogni albero tagliato ne viene piantato almeno uno nuovo, come nel caso di via San Vittore: qui verranno progressivamente sostituiti con esemplari di Pirus calleriana (il pero da fiore), «una specie già sperimentata in altre zone del centro che ha portato grandi fioriture e buoni risultati», aggiungono dal settore verde di Palazzo Marino. Una sostituzione che avverrà entro il 31 marzo, ma a cui i residenti si oppongono con forza: «Quelli che ci sono adesso sono alberi storici — spiega Silvia Giuditta Bona, abitante della zona — da quando sono nata ho casa qui e li ho sempre visti. Dicono di farlo per uniformità, ma una cosa è avere piante con una storia, un’altra avere quegli alberelli piccoli. E non mi si venga a dire che quelli di adesso sono malati: questo abbattimento deve essere fermato».

Ma come si arriva agli interventi radicali? In alcuni casi le motivazioni riguardano questioni di sicurezza: i 58 ailanti di via Ascanio Sforza, ad esempio, sono stati abbattuti per colpa delle loro radici troppo invadenti che hanno messo a repentaglio la solidità delle sponde del Naviglio Pavese. I 180 olmi di via Mac Mahon sono finiti al centro di una lunghissima querelle tra residenti e Atm che vuole abbatterli perché ostacolano il rifacimento delle rotaie. O come le 25 sophore di via Solari, spazzate via a luglio perché a rischio caduta.

Il vero problema però, spiegano gli esperti, non è tanto quello dei tagli, quanto il motivo per cui si arriva ad abbattere queste piante. «Troppo spesso gli alberi a Milano vengono maltrattati e massacrati da potature scadenti — spiega Sem Pagnoni, arboricoltore professionista — . È quella che in gergo si chiama capitozzatura: una tecnica che porta a un degrado molto veloce della pianta e alla sua morte precoce. Le piante, poi, spesso vengono impiantate in modo errato, nel posto sbagliato e sono di una qualità scadente: anche a livello comunale, vengono messe piante con difetti nelle radici e nella corteccia. Esemplari già capitozzati e destinati ad avere una vita 'in carrozzina'». E proprio come i suoi abitanti, anche le piante soffrono lo stress della metropoli: così urti, smog e auto parcheggiate sulle radici fanno il resto.

Il rovescio della medaglia (positivo) è il numero delle nuove piantumazioni. Secondo quanto segnalato in una recente rilevazione dal settore del Comune che si occupa del verde cittadino, da gennaio sono stati piantati 7.216 nuovi alberi, mentre nei prossimi mesi (in corrispondenza con la nuova stagione agronomica) ne arriveranno altri 7.977. Più piccoli e meno frondosi, ovviamente. Ma che hanno anche il vantaggio di rispondere all’obbligo di legge che prevede di piantarne uno per ogni nuovo nato. Non solo. A queste nuove piantumazioni si andranno ad aggiungere altre 7mila piante 'forestali' presso il Parco del Ticinello e 10mila che andranno nel Parco della Vettabbia.

(29 dicembre 2013)

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta