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Inviato da avatar Paolo Basso Ricci il 07-01-2014 alle 17:17

Regolamento edilizio di Milano

Ecco un articolo del consiglere comunale Luca Gibillini (Sel) sulla proposta di cambiamento dell'articolo 12 del Regolamento eidlizio comunale.

http://selsei.wordpress.com/2014/01/07/una-piccola-rivoluzione-in-un-regolamento-edilizio/

Una piccola rivoluzione in un regolamento edilizio

La battaglia ha inizio Quasi quasi ci siamo. A Palazzo Marino, in Commissione, oggi si discuterà il nuovo regolamento edilizio. Pare burocrazia, un atto normativo, in realtà, al suo interno c’è un idea di città e di relazione sociale che dobbiamo difendere e rilanciare. Insieme. Anche perchè come Sel l’abbiamo chiesta e fortemente voluta fin dal primo giorno. Concentriamoci su solo uno dei 151 articoli previsti, per la precisione sull’articolo 12. In soldoni, il 12 prevede che, tutti gli edifici abbandonati, non utilizzati, da oltre 5 anni e per almeno il 90% della struttura, possano essere, dopo un preciso iter amministrativo, essere restituiti ad una funzione pubblica. Quindi, chi ha abbandonato un immobile, generando in questo modo degrado, abbandono e togliendo dalla disponibilità cittadina uno spazio edificato, riceverà una diffida per imporre alla proprietà di sistemarlo. Se la proprietà non lo fa in 90 giorni, il Comune lo ristruttura anticipando i costi e imputandoli alla proprietà. E se l’intervento fosse per il comune eccessivamente oneroso o non immediatamente attivabile, attribuisce a tali beni una destinazione pubblica. E’ evidente che è un importante passo avanti verso il cambiamento per la città. Milano da troppi anni assiste al degrado crescente di sempre più stabili abbandonati, spesso perchè oggetto di speculazioni o addirittura di truffe. E’ il caso della Torre Galfa, per citarne una famosa, ma anche di altre centinaia di immobili. Milano nel frattempo assiste anche alla crescente fame di spazi a canoni accessibili, per attività produttive, per l’aggregazione, per l’associazionismo, per numerose funzioni necessarie per rilanciare la città, ma anche per sottrarre al degrado e al consumo inutile di suolo tanti tanti metri quadrati urbani. Si aprirà una grande battaglia. Stanno già affilando le lame i paladini del centrodestra, convinti che questa norma sia uno strumento di “socialismo applicato” (SIC), di esproprio proletario legalizzato (DOPPIOSIC). Insomma sbraitano contro un intervento profondamente di SINISTRA. Dall’altro lato alza la voce anche l’organizzazione di categoria dei propretari immobiliari (assoedilizia) che addirittura chiama in causa l’articolo 42 della costituzione che garantisce la proprietà privata e imputa al nostro articolo 12 milanese la messa in discussione della libertà di possedere beni. Dimenticano, di certo, la precisa definizione dell’articolo costituzionale numero 42 che recita: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale.”. La battaglia ha inizio. Presto arriverà in consiglio comunale. E’ una battaglia che dobbiamo ingaggiare tutti insieme, come segnale, ma non solo. Non dobbiamo lasciare sola la giunta di Milano, l’Assessore De Cesaris e il Sindaco Pisapia. Dobbiamo, con questo articolo, dire chiaramente che Milano è un bene pubblico e la speculazione immobiliare che lascia deperire spazi e luoghi non è più tollerabile. Perchè l’abbandono di spazi, con il bisogno di casa e di luoghi, in una metropoli come la nostra non è più tutelata a norma di regolamento. In una parola, nero su bianco, che generare degrado e togliere bene pubblico alla città è immorale. A testa alta e con caparbietà, portiamo a casa questo tassello della Milano che verrà. Luca Gibillini – consigliere comunale di SEL

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