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Gentilissima Collega Consigliera Loconsolo,

mi dispiace, ma delle sue parole devo rilevare che, nonostante i miei sforzi, ieri non sono stato in grado di essere sufficientemente chiaro.

Mi permetto quindi, poiché da lei citato, di provarci nuovamente in questa sede: non ho mai detto che i progetti di educazione alimentare siano uno spreco.
Anzi, ho detto il contrario: come padre sono contento di quanto viene fatto. Più specificatamente, ho apprezzato esplicitamente i menù etnici ed il fatto che nei sondaggi, per rilevare il gradimento del servizio, fossero sentiti direttamente i bambini.

Oltre ad essere un padre però sono, come lei, un Amministratore Pubblico e, come lei, sono ben conscio che tra quello che si vuole fare e quello che si può fare può esserci, a volte, una differenza.

Immagino lei fosse presente quando ho letto l’oggetto sociale della “Milano Ristorazione S.p.A.” che, per sua comodità, le riporto in estratto: “La società ha per oggetto la fornitura di pasti, ivi incluse derrate al crudo, ad enti pubblici e/o privati”.

Lei, in quanto Amministratore Pubblico, saprà benissimo che agli amministratori di società di capitali non è consentito svolgere attività non previste nell’oggetto sociale.

Ho il dubbio che lei possa aver quindi confuso due differenti concetti: quello di "interesse sociale" e quello di "oggetto sociale".

Di quanto sopra ne è convinta anche la Corte di Cassazione (Sez. I civile, 21 novembre 2002, n. 16416) che afferma che gli amministratori “non possono perseguire l’interesse della società (lo scopo di lucro) operando indifferentemente in qualsiasi settore economico, ma devono rispettare la scelta fatta nell’atto costitutivo dai soci, che hanno indicato una specifica attività (o più specifiche attività), nella quale soltanto hanno inteso rischiare il capitale investito”.

Sono sicuro che lei sia in buona fede quando riporta quanto accaduto ieri in Commissione e sia stata indotta in errore dalla natura complessa dell’argomento e non che abbia riportato quanto avvenuto in modo inesatto spinta solo dalla voglia di raccogliere del facile consenso.

Un cordiale saluto,

Luigi Pagliuca