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Inviato da avatar Giuseppe Maria Greco il 20-01-2014 alle 12:45

Propongo due osservazioni a caldo.

La prima riguarda il progetto di partecipazione lanciato da Pisapia all'epoca della campagna elettorale e subito dopo. Sostenere che esso sia stato bloccato dalla necessità di occuparsi dei conti credo sia vero solo in parte. E' indubbio che l'opposizione, di cui purtroppo non è universalmente nota l'indifferenza verso il bene cittadino, ha bloccato i lavori per lungo tempo allo scopo di privilegiare la sua perenne campagna elettorale. Però il progetto partecipativo aveva un termine nei 4 anni di gestione milanese, alla fine dei quali ci si riprometteva una città uniformemente desiderosa di partecipare: per raggiungere questo scopo avrebbero dovuto dipanarsi decine di progetti nel continuo dialogo tra cittadini e amministratori in continua comunicazione tra loro (e anche tra amministratori dei diversi uffici). Questo non mi sembra avvenuto nè mi risulta che il sindaco abbia pensato di render conto di questa difficoltà di emancipazione della città, così che l'impressione generale è soltanto di una situazione sostanzialmente immutata (con in più gravosi aumenti di spese!!!).

Passo ora alla seconda osservazione. Da questo punto di vista la proposta di partecipare alle scelte circa il miglior utilizzo del tesoretto è a mio giudizio ottima. Però cade nel vuoto, cioè senza preparazione "di fondo". Chi risponderà, se non i soliti già ora in contatto via rete? Partecipare non è solo rispondere a un questionario, è molto di più: è decidere di uscire dal proprio particolare per esporsi in pubblico, è quindi un salto che non tutti compiono facilmente nè, se lo fanno, sostengono in modo duraturo. Se non ci sono strutture / istituzioni che rendano il dialogo agevole, se non si acquista la fiducia nella certezza, nella rapidità e nell'adeguatezza della risposta, se non diventa abitudinario il rivolgersi con fiducia al proprio Comune ritenendosene parte significativa non credo che un progetto di partecipazione si possa ritenere in corso. Vale comunque la pena di cominciare, consentendo al dialogo di mantenersi paritario nonostante le differenze di competenza e di cultura specifica.

Non aggiungo altro per evitare una lunghezza eccessiva, nonostante il mio desiderio di continuare ad affrontare l'argomento.

Grazie per l'attenzione.

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