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Inviato da avatar Andrea Arancio il 27-02-2014 alle 09:59

Mi perdoni, Sig Tramonte, ci ho ripensato, Le rispondo anche su un altro punto.

Secondo lei la città è una comunità e per viverci bisogna adattarsi. E' una bella teoria, e personalmente mi piacerebbe che fosse cosi'.

Ma, sinceramente, mi sembra che rasenti l'utopia. Nella realtà gli individui singoli sono guidati esclusivamente dal vantaggio personale, e non da quello collettivo.

A dirla breve, la città sarà anche una comunità, ma non è una famiglia; i cittadini NON si vogliono bene per partito preso. Anzi, tutt'altro, ciascuno guarda al proprio orticello, fa parte della natura umana.

Quindi sperare in buona volontà dei singoli, per quanto piacevole da pensare, è concretamente un modo errato per raggiungere obiettivi per l'intera comunità.

Se non vengono implementati meccanismi che incentivano le azioni dei singoli, queste diventano fuori controllo o al max osservabili.

La politica di divieti e tassazione che stiamo vivendo sta alimentando il malessere e lo scontento del "vissuto quotidiano" che tipicamente sfocia nelle classiche guerre tra poveri (in effetti stiamo assistendo sempre di più a fenomeni di violenza davvero ingiustificata che si fatica a capire da cosa siano scatenati..) 

La saluto,

Andrea

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