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Inviato da avatar Silvano Umberto Tramonte il 02-03-2014 alle 11:05

Mi perdoni lei, se le rispondo comunque.

<<Secondo lei la città è una comunità e per viverci bisogna adattarsi. E' una bella teoria, e personalmente mi piacerebbe che fosse cosi'.

Ma, sinceramente, mi sembra che rasenti l'utopia. Nella realtà gli individui singoli sono guidati esclusivamente dal vantaggio personale, e non da quello collettivo.

A dirla breve, la città sarà anche una comunità, ma non è una famiglia; i cittadini NON si vogliono bene per partito preso. Anzi, tutt'altro, ciascuno guarda al proprio orticello, fa parte della natura umana.>> Tutto vero, verissimo. Ma non funziona sempre così. Non dovunque. Nella nostra cultura (?) è così, ma ci sono culture in cui l'individuo, pur mantenendo la propria sfera individuale e il proprio orticello, è capace di considerare, non amare, gli orticelli degli altri. E' un contratto. Un contratto sociale, per garantire a tutti una buona convivenza. Il vantaggio personale va difeso ma non a discapito di quello altrui, dunque non a discapito della comunità. 

<<Se non vengono implementati meccanismi che incentivano le azioni dei singoli, queste diventano fuori controllo o al max osservabili.

La politica di divieti e tassazione che stiamo vivendo sta alimentando il malessere e lo scontento del "vissuto quotidiano" che tipicamente sfocia nelle classiche guerre tra poveri (in effetti stiamo assistendo sempre di più a fenomeni di violenza davvero ingiustificata che si fatica a capire da cosa siano scatenati..) >> 

Canonicamente quando si vuole ottenere qualcosa da qualcuno i mezzi sono solo due: la coercizione e la convinzione. La coercizione si basa su metodi repressivi e deterrenti come i divieti e le tassazioni, la convinzione si basa sull'educazione e l'adesione ai principi ed alle regole della convivenza. Niente di più. I meccanismi che incentivano le azioni dei singoli, come dice lei, non sono niente altro che questo: educazione e cultura della comunità! Adesione al bene comune, accettando dunque il sacrificio di parte del bene personale. Adattarsi. Si perdono dei privilegi ma se ne conquistano altri e quando la vita in comune è così pressante come in un paese ad alta densità di popolazione come il nostro, allora è assolutamente vitale riuscire ad adattarsi e operare sinergicamente per il bene dell'intero organismo. In una comunità perversa, stiamo male tutti. Non dobbiamo amarci, dobbiamo solo rispettarci.

Silvano

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