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Inviato da avatar Silvano Umberto Tramonte il 29-05-2014 alle 12:07

Interessante questione quella dell'utilità pratica. Molti di noi sicuramente ne gradirebbero importanti riscontri, anche se forse su questioni meno spicciole o, viceversa, meno irresolvibili, di quelle citate, e mi spiego. 

OCCUPAZIONE DEI MARCIAPIEDI da parte delle auto. Io, come tutti, sono pedone, e come molti automobilista e motociclista. Raramente ciclista. In veste di pedone, automobilista non mi lamento mai delle auto parcheggiate sul marciapiede, ma solo delle auto parcheggiate con maleducazione e scarso o nullo senso civico. Da persona ragionevole quale credo di essere sono perfettamente consapevole del fatto che costruire silos a Milano è dannatamente problematico, che se si vendono le automobili e ci si fa pagare la tassa di circolazione diventa poco sostenibile non farle poi circolare e se circolano devono in un qualche modo parcheggiare. Metà dei parcheggi sono su marciapiede. Non mi sento di addossare al comune pigrizia nel risolvere il problema dei parcheggi giacchè ne sono stati fatti molti e molte normative ad hoc perché altri se ne facciano. Ma Milano è così, e credo che una delle idee più geniali che le ultime amministrazioni abbiano avuto per scoraggiare la circolazione e quindi il parcheggio sia stato proprio quel carsharing che tante critiche ha suscitato.

BUCHE. E' vero, molte, e io come motociclista le noto e me ne dovrei lamentare, ma non lo faccio perché proprio la mia attenzione di motociclista mi fa notare che si tappano, anche se non rapidissimamente a volte.

ANZIANI. Problema drammatico e tristissimo. Io ho talmente tante primavere sulle spalle da ricordarmi benissimo come questo problema una volta non ci fosse, benché oltre agli anziani ci fossero molti invalidi di guerra e civili. Nessuno si sedeva nei posti a loro riservati e tutti i giovani si alzavano per lasciar posto agli anziani. E nessuno sputava per terra. C'erano multe e c'erano vigili che le comminavano. La società era più civile. Ecco, questo è il punto. La Società era più civile. Il problema non è tanto questa amministrazione, o quella precedente, ma i tempi che viviamo, gli usi e i costumi che seguiamo o subiamo, l'educazione personale e civica. Ma è ben vero che poi per gli anziani oggi esistono possibilità fantastiche che una volta non esistevano.

Per quanto riguarda: "Le risposte fornite a Gaia in "Che fine fanno gli interventi che i partecipanti pubblicano su "partecipaMi?" sono palesemente scarne e insufficienti, e probabilmente costituiscono uno dei motivi dell'indisponibilità al finanziamento di questo sito. Occorre cioè spiegare a noi tutti se questo è un progetto civile o solo uno spazio di discussione." non trovo che le risposte di Oliverio siano insufficienti anche se posso concordare sul fatto che siano scarne. Oliverio ha risposto onestamente e chiaramente e non poteva altro ma conclude con una dichiarazione di massima disponibilità e difatti Gaia si dichiara soddisfatta. Non ci sono seguiti alla discussione a dimostrazione che o la si riteneva soddisfacente o non di interesse concreto. Ma la domanda suscita una questione importante che non mi pare il caso di sottovalutare, non tanto quella della fine degli interventi quanto quella della latitanza o meno degli amministratori. E’ chiaro che la partecipazione è lasciata alla loro buona volontà, ma mi pare di capire che, quanto meno a livello di zona, la partecipazione c’è. Dovrebbe bastare dato che possiamo immaginare ragionevolmente che funzioni come una trasmissione con molte cinghie e molte pulegge: i consiglieri di zona riferiranno poi a chi di dovere.  Io sono assolutamente convinto che questo sia un progetto civile e giustamente è stata usata la parola progetto, cioè qualcosa che va successivamente realizzato con la partecipazione di tutti: Progettisti, Direzione lavori, Maestranze varie, Tecnici, Manovalanza. Tutti devono fare la loro parte pena l’insuccesso del progetto. Io personalmente sono l’ultimo arrivato ma ho partecipato con entusiasmo alla raccolta dei fondi perché è evidente  che siamo solo in fase preliminare. Stiamo partendo per realizzarlo quel progetto che ha richiesto forse un poco di tempo per essere messo a punto ma che si presenta affascinante come pochi e degno dei migliori investimenti. Parlo personalmente evidentemente, ma pur essendo un medico molto impegnato non mi esimo dal dedicare a partecipaMi non solo denaro ma anche il mio personale impegno tempo ed energie. Io ci credo ma ci credo come si può credere all’impresa imbarcandosi per un’avventura verso l’ignoto. Non ci sono garanzie e non ci sono sicurezze. Ma solo il miraggio di trovare, meglio ritrovare, quello spirito civico che Milano certamente aveva quando io ero ragazzo e di cui sono oculare e acustico testimone.

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