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Inviato da avatar Andrea De Gradi il 04-06-2014 alle 20:49

Come si evince dall'articolo del Corriere della Sera, la pista Ciclabile di viale Tunisia sembra essere osteggiata anche dai ciclisti, in particolare viene criticata da tal Simone Dini del sito Bikeitalia.it e da niente di meno che il presidente di Ciclobby, Eugenio Galli. A parte il fatto che tirare in ballo i ciclisti di Milano citando il commento di uno sconosciuto utente di un sito internet (l'articolo per il 90% è incentrato sul suo commento) mi pare veramente scorretto, il Corriere farebbe bene anche a pubblicare la replica del comune di Milano.

Lasciando stare per un attimo la correttezza del Corriere, sono rimasto veramente sconcertato dal commento del presidente del Ciclobby che è sempre stata un'associazione molto esperta e competente in tema di ciclabilità, portando le sue tesi con argomentazioni ben poste e sostenute sempre da dati, ricerche e valutazioni da parte degli studiosi ed esperti del settore.

Eugenio Galli ha commentato la pista ciclabile di viale Tunisia dicendo: "Ci sono ciclabili non indispensabili. Come quella di viale Tunisia". Viale Tunisia è una delle vie più larghe di Milano, è dedicata quasi totalmente al traffico automobilistico e permette il collegamento con altre piste ciclabili della città (come descritto nella replica del comune) se la pista ciclabile di viale Tunisia non è indispensabile quali sono le piste ciclabili da costruire? Avete ragione a dire che la ciclabilità di una città non si misura a chilometri di piste ciclabili ma non per questo bisogna essere ostili alla loro costruzione.

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