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Inviato da avatar Andrea De Gradi il 05-06-2014 alle 12:59

Perdonami, la mia non è una mancanza di rispetto ma sui forum di internet mi sento più a mio agio a dare del tu.

Tu hai tutto il diritto di dire la tua opinione personale, devi però anche tenere conto che quando dai un'intervista al Corriere, verrai citato inevitabilmente come il presidente del Ciclobby, ciò che dici verrà naturalmente collegato all'associazione che presiedi. Insomma, capisci bene che è ben diverso commentare la ciclabilità da presidente di Ciclobby piuttosto che da tal Andrea De Gradi.

Ciò che non ho apprezzato non è tanto la critica alla ciclabile di viale Tunisia che avete tutto il diritto di fare, ma come essa viene posta, è troppo facile dire "si poteva fare di meglio" senza dire cosa di meglio si poteva fare.

Io ho letto tutto dall'inizio alla fine il dossier CicloMilano e sono rimasto impressionato dall'accuratezza con cui valutate le varie soluzioni, la stessa accuratezza però non è stata utilizzata per commentare il progetto di viale Tunisia, le critiche che si pongono sono sostanzialmente due:

  1. l'elevato costo di realizzazione
  2. la mancata sicurezza della pista

come ho scritto nel mio commento più sopra, per criticare il costo di realizzazione bisogna fare un'analisi ben accurata del progetto, non basta prendere il costo finale e dividerlo per i chilometri ed inoltre sarebbe bello suggerire l'alternativa, perché o si dice che le biciclette in viale Tunisia non ha senso farle passare (secondo me viale Tunisia può risultare molto importante per la ciclabilità cittadina collegando, per esempio, la via dello shopping corso Buenos Aires con il nuovo quartiere residenziale Porta Nuova) oppure bisogna proporre un progetto meno costoso. Anche la sicurezza della pista è stata commentata con delle banalità che non entrano assolutamente nel merito del progetto; perché, ancora, o si dice che su viale Tunisia i ciclisti non ci dovrebbero andare, oppure una pista ciclabile su sede protetta mi sembra la cosa più sicura che si possa costruire in quella via.

Insomma è l'impostazione della critica che non sopporto, in questo modo si passa dal fare proposte costruttive e ben motivate come quelle di CicloMilano, alle classiche e superficiali critiche da bar ed infatti il Comune di Milano ha avuto vita facile a rispondere.

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