Rispondi a:

Inviato da avatar Oliverio Gentile il 18-07-2011 alle 12:08

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/07/18/news/sull_expo_ho_dovuto_dire_s_l_unica_strada_per_salvarlo-19255734/

L'INTERVISTA

«Sull'Expo ho dovuto dire sì è l'unica strada per salvarlo»

Il sindaco Pisapia e i dubbi del centrosinistra: «Dobbiamo uscire da polemiche sterili»
«Sul rafforzamento delle deleghe di Boeri discuteremo con serenità in un secondo tempo»
di ALESSIA GALLIONE e ORIANA LISO

Il dibattito invade da giorni il web. Tra divisioni e le critiche di quanti, nel centrosinistra, non capiscono perché non si sia cambiato l’accordo sui terreni di Expo del duo Formigoni-Moratti. Tra i dubbi anche di alcuni suoi sostenitori e la contrarietà esplicita dei “boeriani”. A cui Giuliano Pisapia risponde: «Non c’è da una parte Boeri e dall’altra Pisapia. Non ci sono da una parte meravigliosi orti globali e dall’altra il cemento. C’è un impegno già preso che va portato avanti nel modo migliore affinché diventi una occasione di ricchezza per tutta la città, sia durante che dopo Expo». Perché dopo la firma sul documento urbanistico e la rottura sfiorata in giunta, il sindaco prova a spiegare le ragioni di una scelta che considera imposta dalla necessità di non perdere l’evento.

Sindaco Pisapia, perché non ha cambiato l’accordo di programma scritto ai tempi di Letizia Moratti?

«Perché non si poteva. Anzi, avevamo la certezza che, se non avessimo firmato l’accordo, ci sarebbe stata la revoca dell’evento da parte del Bie. Avremmo dovuto pagare ingenti penali e perduto non solo ogni credibilità nazionale e internazionale, ma anche i finanziamenti fondamentali per lo sviluppo economico e sociale di Milano e del Paese. Chi sostiene che sarebbe stato meglio rinunciare, dice una cosa astratta e in contrasto con il programma della coalizione che ha sempre assicurato quell’Expo diffusa in cui credo e crediamo».

Eppure con il Pgt avete agito diversamente, esaminando tutte le strade prima di decidere. Perché con Expo non è stato così?
«Per il Pgt la scelta dipendeva esclusivamente dal Comune, l’accordo di programma coinvolge istituzioni nazionali e riguarda un evento internazionale su cui l’ultima decisione spetta al Bie. L’unica opzione che non ho preso in considerazione è stata quella che avrebbe portato alla revoca di Expo: governare significa anche tenere fede agli impegni».

Il Bie, però, non ha mai fatto una piega di fronte a ritardi e liti. Perché questa volta sarebbe dovuto essere diverso?
«Questa volta il tempo era scaduto. Ce lo hanno detto chiaramente in toni ultimativi. Senza la partenza delle gare a luglio e dei lavori a ottobre c’era la certezza di far saltare tutto e il danno sarebbe stato enorme per tutti. Ecco perché adesso invito la maggioranza a lavorare su Expo e sul dopo Expo: possiamo fare la manifestazione come l’abbiamo sempre voluta».

Perché, secondo lei, l’atteggiamento del Bie non è stato lo stesso per tre anni?
«Io non c’ero, bisognerebbe chiederlo ad altri, anche se mi risulta che vi fossero già stati richiami verbali. Ma, prima o poi, arriva il tempo in cui si deve mettere la parola fine. E quel tempo è stato scandito in modo perentorio dal Bie».

Al di là della necessità, qual è il suo giudizio sull’accordo?
«L’ho sempre detto: io avrei scelto l’esproprio dei terreni in modo che la decisione sul valore delle aree fosse del tribunale. Ma ci siamo trovati di fronte a un’opzione di acquisto della parte dei Cabassi già avviata dalla Regione. Chi parla di valore agricolo, però, non tiene conto che varie sentenze hanno stabilito che va considerato non solo lo stato attuale dei terreni, ma anche la prospettiva futura. Dalle verifiche fatte, il prezzo dell’esproprio sarebbe stato lo stesso. In ogni caso non ci sarà nessuna speculazione edilizia. Possiamo e dobbiamo mettere vincoli e paletti, se usciamo da polemiche sterili e da accuse irreali a me e alla giunta».

Quali sono questi paletti?
«Si dovrà decidere l’ingresso del Comune nella newco e la governance. Le decisioni su Expo e sul post 2015 dovranno essere condivise tra Regione e Comune. Noi dovremo poter dire una parola decisiva anche perché il documento sullo sviluppo urbanistico dipende da Palazzo Marino. Quando è stata siglata la nascita della newco, poi, era previsto un parere della corte dei Conti: l’ho chiesto io perché nessuno l’aveva fatto prima».
Sostiene che l’indice edificatorio dello 0,52 sarà il massimo, ma come farete ad abbassarlo?
«Le ipotesi sono tante, ma l’importante è che non si possa fare niente contro la volontà del Comune. La perequazione è un’ipotesi e si potrebbero accogliere alcune osservazioni al Pgt. Si può lavorare sull’idea di utilizzare i terreni per una Città della comunicazione, con la Rai, ma penso anche a un luogo per concerti ed eventi culturali o a strutture sportive di cui Milano è carente».

Non teme di deludere i milanesi che hanno votato per il referendum sul parco?
«Il quesito sarà rispettato: il parco ci sarà e sarà vasto almeno il 56 per cento dell’area, per quanto mi riguarda anche di più. La società Expo ha anche il compito di costruire quella via d’acqua che congiungerà il sito a una Darsena finalmente ripristinata. Anche solo ipotizzare che io voglia la cementificazione è assurdo, vuol dire indebolire il mio lavoro».

Sarà lei il commissario straordinario e Formigoni quello generale?
«Parlo per me. Ho detto fin dall’inizio che una corretta lettura della legge assicura che io già sono il commissario straordinario. Attendo di capire se ci sono interpretazioni diverse».

Non teme l’accusa di “intelligenza con il nemico”?
«Ma no, con Formigoni abbiamo solo rapporti istituzionali. Non ho avuto e non avrò mai nessun interesse che non sia quello pubblico e della città. Se questo coincide con un’altra istituzione come la Regione ben venga, dopo anni di litigi e doppi stipendi».

Saranno potenziate le deleghe di Boeri?
«Il compito più difficile e urgente è creare le condizioni affinché Expo diventi il grande evento che porterà visitatori e lascerà a Milano sviluppo economico e ricchezze sociali e culturali. Ritengo che Boeri abbia la professionalità per occuparsi con successo di questi temi, per cui ha già le deleghe. Se, dopo il chiarimento sul commissario straordinario, saranno necessarie modifiche ne discuteremo con serenità».

(18 luglio 2011)

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta