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Inviato da avatar Luca Cateni il 19-09-2014 alle 10:13

Grazie gentile Doris della risposta. Tutti noi conosciamo le difficoltà e la complessità del lavoro del consigliere di zona (mio padre l'ha fatto per anni pur lavorando 12 ore al giorno come dirigente d'azienda). Qui però stiamo parlando di partecipazione, che è uno strumento non solo per diminuire la distanza tra politico e cittadino, ma anche per ridurre i costi dell'amministrare il territorio, aumentando efficacia e controllo. Capisce che, al giorno d'oggi, dire che il politico non ha tempo per rispondere alle richieste del cittadino o non ne ha gli strumenti (...non è "digitalizzato"?!) e quindi proporre di venire direttamente in consiglio comunale ad intervenire, o guardare su un blog le decisioni già prese significa non aver colto la profonda crisi di sistema in corso. Non può più essere che il cittadino va dal politico il quale (...cara grazia!) informa via blog (...e come fanno ad accedervi i politici "analogoci"?!) su quanto già deciso! Anche il cittadino lavora, e se scrive su un portale come questo, lo fa nel suo tempo libero e senza neanche riceverne un riconoscimento di ruolo. Politica e cittadino non sono due cose separate e contrapposte. Le moderne tecnologie, unite ad una cultura della partecipazione, sono strumenti utilissimi per diminuire i costi complessivi e aumentare il livello di efficacia nella risoluzione del problema. Si immagina tutti quelli che scrivono su questo portale che vengono in consiglio comunale?! Se poi, invece, stiamo dicendo che un'iniziativa di questo tipo non funziona, allora va bene: prendiamone atto e lasciamola perdere. Se non si vuole cedere fette consistenti di decisionalità ad un populismo pericoloso e crescente la politica e il cittadino devono fare un cambio di marcia: investire fortemente nella co-partecipazione, togliendo sbarramenti e chiavi di accesso e sporcandosi le mani nelle questioni quotidiane che fanno la qualità della vita del singolo cittadino. Rispetto, per esempio, alla richiesta di allungare la pista ciclabile da via Val Bavona a via Primaticcio, cosa si risponde? Quali costi ci sarebbero? Si può immaginare una raccolta fondi? Come coinvolgere il cittadino in un progetto del genere? Ma, tornando alla discussione aperta dal signor Pagani, "dove siete"?

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