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Inviato da avatar Enrico Salerani il 15-10-2014 alle 11:51

Notizie e dati dal centro accoglienza immigrati di via Aldini

Progetto Arca è l’associazione che gestisce tra gli altri, il dormitorio di via Mambretti e il centro accoglienza di via Aldini 74, strutture distanti circa 200 metri una dall’altra ed aperte diveri mesi orsono dall’attuale Amministrazione Comunale. Una responsabile è venuta in audizione in Commissione presso il Consiglio di Zona 8 per relazionare sulla struttura di via Aldini 74 da mesi ospitante immigrati provenienti dall’Africa. Altri siti di accoglienza nella nostra Zona 8 sono anche: da poche settimane l'area ex Palasharp e una palazzina all'interno dell'istituto Palazzolo della quale abbiamo saputo in estate solo grazie una segnalazione di cittadini.

Questa una sintesi di ciò che ci è stato detto dalla responsabile di Arca per via Adini.

Una volta arrivati in stazione Centrale gli ospiti vengono smistati ed arrivano alla struttura con vari mezzi, di solito navette e taxi. La permanenza media nella struttura è di 3/5 giorni poi la maggior parte raggiungerebbe parenti ed amici nei paesi del nord Europa prevalentemente Germania , Svezia, Norvegia con mezzi vari come treno, auto (con vero e proprio traffico di “scafisti su gomma”) o aereo.

L’associazione Arca durante la permanenza in via Aldini provvede a fornire vitto, alloggio, visite mediche e, se necessario, vestiario.

Il numero degli assistiti varia molto e si passa da 150 a oltre 640 persone.

Nei momenti di massimo affollamento, oltre alla palestra attigua, anche l’adiacente dormitorio di via Mambretti accoglie ben oltre un centinaio di queste persone, in aggiunta ai propri ospiti.

L’associazione, che ha un contratto con il Comune di Milano, percepisce 29 euro al giorno per persona.

A mia precisa domanda su come vengono registrati gli ospiti, mi è stato risposto che nessun documento è richiesto loro dal centro accoglienza, ma tutto avviene tramite una semplice autodichiarazione.

Al che ho chiesto se una verifica dell’identità avvenisse in precedenza, ma la risposta è stata che neppure in stazione Centrale vengono chiesti i documenti.

Quindi se tutto ciò che ci è stato riferito corrisponde al vero, e non abbiamo motivo di dubitarne, il Comune di Milano offre assistenza, vitto e alloggio senza richiedere neppure un documento di identità!

Dove avviene, se avviene, una corretta identificazione e visita medica di migliaia di persone che provengono da un continente a forte rischio malattie?

La sensazione è che si dia assistenza a chiunque arrivi e, nel migliore dei casi quando si tratti di siriani o eritrei, il centro sia un gratuito Autogrill sull’autostrada dell’immigrazione “Mare Nostrum”.

A parte il costo economico, con questa prassi sono in grado lo Stato Italiano e il Comune di Milano, di garantire che questo tipo di iniziative non compromettano la sicurezza e la salute dei residenti?

 

Enrico Salerani - capogruppo Lega Nord CdZ 8

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