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Inviato da avatar Giuseppe Maria Greco il 20-10-2014 alle 14:54

Ho appena chiacchierato via chat di Facebook con Oliverio Gentile a proposito del contribuire a questo blog e della sua utilità circa la partecipazione attiva dei milanesi. Le nostre posizioni sono piuttosto differenti, in parte per la diversa esperienza che ciascuno di noi ha alle spalle e in parte per il diverso significato che diamo al successo del blog in sè. Per tirare, sconvenientemente lo ammetto, acqua al mio mulino osservo che a questo ambito di discussione certamente rilevante (non è cosa da poco chiedersi che fine fanno le comunicazioni che si affidano al blog) ha partecipato una sola persona nel mese di gennaio. Prima di chiedermi come mai la domanda di partecipazione non trovi riscontro nelle possibilità a lei offerte di esprimersi, vediamo di leggere qualche frase dello scambio tra Oliverio e Gaia, l'interlocutrice solitaria. Alla prima risposta di Oliverio, Gaia osserva che essa "non spiega come avviene il processo del passaggio di informazioni attraverso canali mirati. Ovvero: non viene spiegato come i contributi validi dei lettori possano arrivare a chi di dovere." Gentile chiarisce così: "non ho mai creduto molto nell'"efficacia" delle e-mail private tra cittadini e amministratori locali per la gestione di questioni di interesse pubblico... per questo preferisco, in mancanza di altre opportunità pubbliche, segnalare le cose (con qualche "testimone" in più) sui diari Facebook di (o menzionando) chi di competenza..." Cerchiamo di capire cosa avviene in questo scambio. Da un lato c'è una cittadina che ha delle necessità da esprimere riguardanti la sua vita in Milano. Dall'altra c'è una persona certamente e generosamente ben disposta ad aiutarla, che si propone come tramite. I destinatari, cioè consiglieri ed assessori, sono assenti. Come prima che si offrisse questa stanza di scambio, anche adesso quelle persone restano lontane, in un Olimpo in cui nessuno le ha collocate in cui svolgono funzioni che su Facebook ci racconteranno essere importanti e feconde. La reazione di chi le legge è viscerale e spesso ributtante, ma è sintomo di un interpretazione di quei funzionari come dei "diversi da me e contro di me". La domanda cioè di Gaia spesso diventa l'imprecazione di chi si firma con pseudonimi. Guardiamo adesso la situazione salendo noi sull'Olimpo. Un funzionario consapevole delle sue responsabilità desidera mantenere i piedi per terra, quindi apre i contatti con i cittadini. Ma, i piedi in terra, li sente gelare. Ogni cittadino ha i suoi problemi e li vede come essenziali. Non ha nessuna percezione dell'effetto che la sua richiesta, se soddisfatta, può avere, nel bene e nel male, sugli altri cittadini. Inoltre, quel funzionario bene intenzionato ha una tabella di marcia, non può risolvere nello stesso tempo i problemi (e anche le turbe, qualche volta) di chi si rivolge a lui: anche se non lo vuole, quel cittadino non ha risposte. Il ruolo di mediatore di Gentile, certo prezioso, non riesce a decollare semplicemente perchè non risulta che quel ruolo esista in un ambito funzionale e gerarchico produttivo. Appare come una sorta di volontariato che spera di fornire una forza di pressione, ma resta un volontariato, attività che nella mente collettiva ha più residenza nelle buone intenzioni delle brave persone che nei normali compiti di un cittadino adulto e maturo. Anche perchè questo collegamento tra volontariato, cioè tra desiderio di esprimere la propria consapevolezza di convivere con altri, e cittadinanza, intesa come convivenza civile con tutti coloro che risiedono o transitano dal territorio (idea che si può espandere all'infinito) non è stato promosso da nessuno, neppure dal Comune. Questo ha fornito positivamente una serie di spazi (le Case) in cui consegnare a persone il proprio disagio, ma le ha racchiuse, nella percezione comune, nell'ambito unilaterale d'un'iniziativa dell'amministrazione. Dunque, per terminare, questa "macchina" certo complessa di relazioni non tra "base" e "vertice" ma tra cittadini con diversi compiti e ruoli non è strutturata in modo da funzionare. Mancano una serie di rotelle, non si capisce quale ne sia la forza motrice, non è definito quale ne siano i prodotti eccetera. Forse lo scambio potrebbe iniziare da qui: cosa manca e come si può costruire questa "macchina"?

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