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Inviato da avatar Giuseppe Maria Greco il 25-10-2014 alle 09:43

Come ha scritto sopra Oliverio Gentile, qui dovremmo occuparci dello Statuto della Città Metropolitana. E' però altrettanto vero che se non si è un poco convinti della necessità di questa, è difficile promuoverne i contenuti. Le obiezioni che sono apparse nei commenti sono quelle che comunemente si pongono: duplicazione con le Provincie, sdoppiamento poltrone, identità locali soppresse o sminuite ecc.

Non mi sembra opportuno aspettare oltre il tempo consentito dal portale per dare qualche indicazione che spero utile.

Le ragioni che si oppongono non sono sempre confortate dalla conoscenza certa della situazione, ma appaiono piuttosto come delle preoccupazioni dettate dal clima di sfiducia in cui siamo immersi. Un esempio è costituito dalla denuncia della duplicazione delle poltrone: in un'epoca in cui gli altri tutti "gli altri" sono caste, e in cui i partiti hanno avuto comportamenti tali da farli designare anch'essi come casta, questa valutazione non sembra aver bisogno di prove. 

Il fatto che le città metropolitane siano una "risistemazione" dei centri di riferimento per problemi quali la povertà, l'inquinamento eccetera in un'ottica europea, data la sfiducia che copre anche la fondazione di quello che non si sa ancora se sarà una confederazione o un impero e che non si capisce se avrà dei titolari che decideranno per gli altri o una democrazia più avanzata, viene osservato con lo scetticismo di chi teme di diventarne per diversi motivi una vittima.

In sostanza, l'evoluzione prodotta da un mondo in cui le identità si stanno modificando in profondità e la forza economica si distribuisce e si spande e localizza diversamente dal passato produce un'incertezza che spinge alla prudenza o addirittura all'autodifesa.

Non possiamo fare qui una disamina di questa condizione generalizzata, che peraltro noi vediamo come tipica dell'Italia ma che invece non lo è affatto. Su Le Monde appaiono articoli come "La France connait-elle une vague d'immigration clandestine?", da cui si desume che l'Italia non è affatto la maggior destinataria dell'immigrazione: ciascuno può allargare le sue conoscenze a questo indirizzo: 

http://www.lemonde.fr/...

La France connaît-elle une vague d’immigration clandestine ?

Tornando alle città metropolitane: le Provincie fanno indubbiamente parte della realtà "chiusa" e autoreferenziale che ha avuto la sua ragion d'essere quando occorreva promuovere le risorse locali in un'Italia in tutto disuguale. Le differenze attuali vanno certamente promosse in ciò che hanno di positivo, ma l'ottica non può essere quella locale altrimenti, come accade a molte imprese lombarde di tipo rigidamente famigliare, rischiano di chiudere i battenti.

Non ho più tempo purtroppo per continuare questa disamina. Spero che lo faranno altri.

Buona domenica

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