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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 25-10-2014 alle 12:10

Forse è il solito specchietto per le allodole: ci si riempe la bocca con parole tipo "Bilancio partecipativo" o "Democrazia diretta" per poi inserire piccoli dettagli (ma anche non tanto piccoli) come il punto 1: "Soggetto indipendente che possieda già metodologie e esperienza".

Questo è il cavallo di troia con cui invalidare tutto affidando le responsabilità agli amici degli amici in perfetto sistema mafioso.

Facciamo un'analisi approfondita del punto 1:

"Indipendente" - Il soggetto che deve essere individuato deve essere indipendente. La prima domanda è: chi lo individua? Chi lo sceglie?

Ipotizziamo che sia il consiglio comunale (piuttosto che una commissione o il sindaco). Resta il dato di fatto che il soggetto in questione non potrà essere indipendente da chi l'ha nominato, perché per logica il soggetto dipende da chi lo individua e gli affida la responsabilità. Quindi stabilito questo ci dobbiamo porre la seconda domanda fondamentale: indipendente da chi?  Indipendente da cosa?

E' facile parlare di un soggetto indipendente se poi non si specifica da cosa deve essere indipendente. Se l'amministrazione vuole cedere parte delle sue risorse ai cittadini attraverso un altro soggetto è imprescindibile che questo sia indipendente dagli amministratori. Ne consegue che la nomina o l'individuazione siano da affidare ai cittadini stessi e non agli amministratori. Qui io voglio un chiarimento ufficiale che il soggetto indipendente non sarà scelto dal consiglio comunale, da speciali commissioni o da altri organi dipendenti dall'amministrazione cittadina. Altrimenti ci ritroviamo col braccio destro che incarica il sinistro di prendere il cibo, e alla fine a mangiare è sempre lo stesso.

"Metodologie" - Il soggetto individuato deve possedere già metodologie, ma rispetto a cosa? Anche qui siamo difronte all'uovo e alla gallina. Un soggetto che già possiede i metodi per creare nuovi metodi. E' logico pensare che i nuovi metodi saranno figli di quelli già conosciuti. Cerco di fare un esempio: se un ristorante cerca un cuoco e tra i requisiti ci mette che sappia già cucinare è chiaro che una volta assunto farà quello che ha già imparato, quindi chi sceglie il cuoco sceglie anche il menù e le ricette. Tornando al nostro soggetto "indipendente", dal momento in cui viene scelto per i suoi metodi si dà un chiaro indirizzo anche sui metodi che verranno applicati al bilancio partecipativo. Quale alternativa c'è? Forse suonerà male prendere un cuoco senza esperienza, ma nella scelta delle persone c'è anche la serietà, l'onestà e tanti altri parametri che forse sono più importanti se si vuole davvero realizzare qualcosa di nuovo. Oppure tornare a rivolgersi ai cittadini, scendere in sala da pranzo e chiedere a loro cosa vorrebbero mangiare e come vorrebbero fosse preparato. Perchè ognuno di loro cucina a casa propria e ha tutto l'interesse che sia preparato il cibo migliore, genuino ed economico, non solo perché saranno loro poi a doverlo mangiare ma anche perché lo pagano coi propri soldi.

"Esperienza" - Discorso simile al precedente. Il bilancio partecipativo è una novità e bisogna attingere dalle esperienze disponibili. Però non dobbiamo essere servili: perché escludere persone valide solo per mancanza di esperienza? Finisce come per il calcio, il lavoro, e qualunque altra cosa in cui i giovani vanno all'estero per fare esperienza, perché lì gli danno fiducia e responsabilità basandosi sulle capacità reali e non su una mera nomea acquisita chissà dove. Noi in Italia snobbiamo i giovani (e le persone meritevoli) per cercare i grandi nomi, spesso stranieri, nella convinzione che loro sono più bravi e noi incapaci. No! Milano e i suoi cittadini sono capaci di eccellenze straordinarie, è provato, non dobbiamo farci mettere i piedi in testa da nessuno. Attingere alle esperienze precedenti. OK, ma poi realizzare quel che prima era impossibile, il nostro modo di fare le cose, il migliore, perché se lasciati in pace dalla burocrazia, quando lavoriamo seriamente, noi siamo i migliori al mondo.

La conclusione è che basta questa scelta preliminare per rovinare tutto. Che qualcuno ha già in mente chi, cosa e come.

Dobbiamo essere pronti, famelici, determinati e impossessarci di questa opportunità.

Noi cittadini dobbiamo fin da ora individuare in prima persona i metodi con cui realizzare il bilancio partecipato. Metodi che saranno gli stessi e quindi saranno già testati.

Il modo in cui i cittadini possono unire le loro forze per decidere come decidere sarà già il modo giusto per procedere successivamente su qualsiasi argomento.

Propongo quindi l'obbiettivo, da realizzarsi attraverso partecipaMi o qualsiasi altro modo, di realizzare un documento fatto dai cittadini sui metodi da utilizzare per un bilancio partecipato, in modo che saremo noi, per forza di cose, quel soggetto indipendente con esperienza e metodi di cui si parla nel volantino.

Io provengo da una lunga esperienza ne "La politica alla gente" e già abbiamo sperimentato dei metodi di questo tipo. Da parte mia riproporrò l'attivazione di questi gruppi di cittadini, ma ognuno può e deve inventarsi un modo per raggiungere l'obbiettivo, sarà poi la selezione naturale a determinare il più adatto e condiviso.

Non lasciamo che siano i soliti a scegliere per noi. 

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