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Inviato da avatar Silvano Umberto Tramonte il 30-10-2014 alle 16:14

Pienamente d'accordo con Massimo, almeno su questo punto:-))

Io non so esattamente quanto utile possa essere partecipare a partecipaMi, però vorrei dire a Giuseppe Maria Greco che se non partecipassi sarebbe certamente meno utile. E se poi si prendesse la briga di andarsi a vedere le statistiche del sito (in fondo ad ogni pagina del sito, in piccolo, molto piccolo, troppo, c'è una piccola scritta: statistiche del sito. Cliccare lì e cadere nella consolazione è un tutt'uno. Si ha modo di toccare con mano la partecipazione dei cittadini che definirei indiscutibile) si renderebbe conto che la partecipazione è oceanica. Otteniamo qualcosa, andiamo da qualche parte, serve? Bè, sì, ne sono certo. Non posso dimostrarlo, ma un fenomeno che ha tanta partecipazione non può non essere utile. SE poi avesse un minimo di sostegno economico sarebbe ancora meglio e certamente più consistente potrebbe essere la sua azione. Dunque partecipiamo e sovvenzioniamo, please. O, quanto meno, non remiamo contro. Chi ritiene non sia utile partecipare può non farlo ma che senso ha cercare di dimostrare che non è utile? O chiedersi se lo sia? Allo stesso modo dovremmo chiederci se è utile andare a votare, visti i risultati... o qualunque altra cosa non fornisca risulltati tangibili ed immediati. Forse Giuseppe Maria Greco non considera alcune cose:

1- Legge di causa-effetto. Qualunque azione genera una reazione, e diventa causa di un effetto, poco o tanto che sia. L'azione in questione è una sinergia volta ad un effetto riconosciuto da tutti auspicabile, dunque l'utilità è insita nel principio stesso dell'azione. 

2- Tangibilità dell'effetto, ovvero dell'utilità. La tangibilità dipende da un'infinità di variabili tra cui, importantissima, la capacità di percepirla. Ma dato che ne discutiamo in termini accademici, allora è sufficiente sapere quel che sappiamo e considerare che, in un paese come il nostro, che 6000 persone si riuniscano spontaneamente per scambiarsi delle idee e cercare di migliorare la civile convivenza è già di un'utilità spaventosa.

3- Ci sono momenti in cui agire e momenti in cui chiedersi la ragione dell'agire. I due momenti non sono sovrapponibili ma certamente il momento dell'azione comporta maggiori effetti del momento nichilista. E cioè, in altri termini, chi non risica non rosica.

4- Entusiasmo. La partecipazione nasce dall'entusiasmo e dalla voglia di fare, e questi due elementi, inevitabilmente, alla lunga comportano una qualche utilità.

5- L'azione di cui si vorrebbe discutere l'utilità, ha in se una volontà innovatrice e direi quasi rivoluzionaria sostenuta con le armi della ragione e della dialettica. Poco efficaci alla berve distanza, ma inevitabilmente efficaci a lungo termine. E' l'anima stessa del progresso. Non dubitiamo dunque dell'utilità del nostro seminare, amici miei, giacché questo noi siamo: seminatori. Non tutti i semi germoglieranno, qualcuno non attecchirà, forse molti, ma quelli che attecchiranno germineranno e fioriranno e fruttificheranno e produrranno a loro volta semi. L'educatore, il moralizzatore, il pedagogo, non hanno dubbi sull'utilità della propria funzione, e neppure il seminatore. Perché dovremmo averli noi che in nulla, da questi, differiamo?

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