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IL "NON RAMMENDO DELLE PERIFERIE" A MILANO: LA CASA-MUSEO DI PETRARCA AI BORDI DEL PARCO DELLE CAVE, RIFIUTATA DALLA VICESINDACO DE CESARIS (E LA SOVRINTENDENZA ACCETTA).
Riprendo il trafiletto di Ada Masoero, dal titolo "Cascina Linterno senza Casa Petrarca", apparso nella rubrica RESTAURO a pag. 36 del Giornale dell’Arte di gennaio 2015 a cura di Barbara Antonetto.
Non fu il mancato coinvolgimento del "CSAPetrarca" (erroneamente, ma con lapsus… freudiano, chiamato Casa Petrarca) a sollevare il dibattito, ma, fin dal 2010, l’irrisione sistematica delle osservazioni sempre più preoccupate dei suoi rappresentanti, che si sono trovati, prima, ostracizzati dalla stessa Associazione ACL, di cui erano fondatori, e, poi, ridicolizzati perché favorevoli alla creazione, nel nucleo trecentesco con preziosi fonti archeologiche non tutelate della "dimora agreste di pregio" (si legga la Relazione della Usellini Restauri del marzo 2014), di un museo interattivo dedicato a Petrarca e al contesto culturale visconteo che lo vide protagonista per i ben 8 anni (1353-1361) da lui trascorsi a Milano. Solo la destinazione d’uso a casa-museo avrebbe, secondo i membri del CSA Petrarca e i loro sostenitori, realizzato gli auspici della relazione storico-artistica con la quale veniva conferito nel 1999 (D.M. 9-3-99) il vincolo monumentale: modello di tale museo sarebbe stato "Il Museo del '500 veneto" a Bergamo. Avrebbe potuto ottenere un grande successo grazie alle nuove possibilità della museologia interattiva più recente, regalando alla grigia periferia milanese una nuova centralità culturale. Uno sponsor, rimasto prudentemente in incognito (e oggi rivoltosi altrove) era pronto a finanziarlo, ma è stato ricusato - insieme al museo e alla proposta dell’ultimo prorietario di un laboratorio scuola di restauro – dalla vicesindaco De Cesaris senza neanche entrare nel merito!
Inutile ogni richiesta di incontro con l’Assessore alla Cultura, estromesso dal progetto: ma dove guardavano la Sovrintendenza di Milano e il Ministero competente a livello nazionale, oggi gestito dal Ministro Franceschini cui il Giornale dell’Arte sembra riconoscere maggiore positività dei predecessori? E’ chiaro che solo un suo intervento PERSONALE potrebbe ormai, a lavori avviati, salvare Milano dalla più clamorosa autorete della sua storia, "velocizzata" dalla Vice Sindaco col suo ricorso alle disposizioni d’urgenza per EXPO (utilizzate a sproposito dato l’esistente vincolo). Ma ce la farà il Ministro Franceschini a salvare la Casa di Petrarca, in extremis ? Sarà lui il Superman di cui ci sarebbe bisogno in una simile circostanza ? Benissimo, siamo qui ad aspettarlo!
Dr.Ing. Marco Castelli – a nome del consiglio direttivo CSA Petrarca
Milano, 9-1-2015
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