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Non è bello ripetere, ma talvolta si deve fare.

Soprattutto ora che l'attenzione e l'interesse si sono allargati e dispersi nei rivoli più burocratici e politichesi; ripetiamo che non siamo alla fine della vicenda, siamo ancora solo all'inizio.

Sottolineando che quella fabbrica inquinava da una vita, c'è chi ipotizza fin dal 1994 (magari poi scopriamo che inquinava già dal 1965 e così via...), di certo adesso non ce la prendiamo con chi sta finalmente affrontando il problema. Facciamo però domande, perché ci sono ambiguità da chiarire.

La cronaca è questa: Anno dopo anno ARPA ci ha segnalato un livello di cromo6 oltre ogni immaginazione, fino a 9600ug/l. Fino all'ultima misura del Comune, 8ug/l.

Adesso dovremmo dire che il cromo non c'è mai stato? il Comune, per mano dell'ing. Lagorio ci scrive che può essere successo un pò di tutto; dall'attenuazione naturale all'errore di misura nei rilevamenti precedenti.

Allora il cromo c'era ed è finito in qualche terreno, magari in mezzo alle case, trascinato dal moto naturale della falda superficiale? oppure davvero semplicemente non c'era e il piezometro era incrostato? Ma se era incrostato, allora quanto cromo c'era? si è concentrato tutto lì?

Non siamo ancora dell'umore giusto per discussioni eleganti sugli iter burocratici; abbiamo bisogno di certezza o almeno di ragionevole certezza:

- Da 9600ug a 8ug, cosa è successo nel frattempo?

- Se ARPA ha davvero sbagliato le misure, perché non ce lo dice con trasparenza? Le ha sbagliate solo lì o anche in tutti gli altri siti milanesi?

- Se sfortunatamente le misure erano giuste, non è meglio cercar di capire dove è finito? 

A noi, o almeno a molti di noi, almeno quelli che hanno il "backyard" a rischio, interessa ancora.