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UNO STADIO ALL'EX FIERA? CHE FOLLIA

L'urbanistica a Milano è seriamente messa all'asta. La deregulation avviata con le giunte di centrodestra, ha fatto scuola e sopravvive con Pisapia.  Basta alzarsi una mattina e decidere che cosa costruire qui o lì, si ottiene tutto subito, quantomeno "l'interesse dell'amministrazione", purché gli oneri siano a carico dei privati. E' così che l'A. C. Milan, guidata da Barbara Berlusconi, ha proposto di realizzare uno stadio accanto a FieraMilanoCity, in luogo dell'attuale rivendita Citroen. Nella stessa area, c'è anche la megasede del Milan. 
Alcuni cittadini, in questa videointervista, spiegano perché la proposta non sta né in cielo né in terra: non è il luogo adatto per uno stadio capace di contenere decine di migliaia di persone, siamo nel cuore della città, basta un semplice sopralluogo per rendersene conto: vie anguste e a senso unico, assenza totale di parcheggi, trasporti pubblici insufficienti, eccesso di traffico e d'inquinamento, zero verde pubblico, prossimità delle case, incompatibilità con la presenza di scuole e altri servizi delicati.  Proprio per consentire un alleggerimento dei pesi urbanistici nella zona, già nota per i problemi, fu a suo tempo deciso il trasferimento della Fiera Campionaria a Rho-Pero. Ora si propone, nello stesso luogo, uno stadio che potrebbe essere aperto  più e più volte in un mese. Con quale criterio razionale, non si sa. 
Il video è particolarmente interessante perché i cittadini mostrano di avere compreso la materia urbanistica prima e meglio dell'amministrazione, la quale avrebbe dovuto bloccare sul nascere una proposta simile, invece di consentire la diffusione di un allarme tra la popolazione. 
Sarebbero molte le cose da dire, in aggiunta, riguardo l'intero "parco architettonico" che va da Portello alla ex Fiera, compreso City Life, un'operazione anche fantastica sul piano della pura immagine ma fuori tempo, per nulla sostenibile, con grattacieli e migliaia di nuovi vani a uso ufficio e residenziale di lusso costruiti molto al di sopra del fabbisogno, senza che vi sia un boom economico a giustificare tanto cemento e destinati probabilmente a rimanere semivuoti. Ne riparleremo.