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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 19-08-2011 alle 09:26

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/08/19/news/pisapia_expo_noi_ci_siamo_ma_adesso_tocca_al_governo-20596775/

LA POLITICA

Pisapia: Expo, noi ci siamo
ma adesso tocca al governo

Formigoni: non rimettiamo tutto in discussione. Ma il viceministro Castelli frena: “Da noi non verrà nessun taglio ma secondo me c’è spazio per rivedere attentamente il progetto”
di ALESSIA GALLIONE

È un appello quello che parte da Palazzo Marino. Una richiesta al governo perché, anche sotto le bordate di una crisi che sta rivoluzionando i bilanci pubblici, confermi l’impegno economico per Expo. Perché il Comune, sintetizza Giuliano Pisapia, c’è. A cominciare da Arexpo, la società che dovrà acquisire i terreni: i soldi necessari per entrare anticipati dalla Regione verranno trovati. È pronto a fare la propria parte, il sindaco. «Ma non possiamo fare da soli — è il messaggio che lancia attraverso le telecamere del Tg3 — Il governo faccia quanto si è impegnato a fare». Pausa. «E qui ho qualche dubbio».

Il sondaggio: insistere o rinunciare?

Andare avanti sulla strada già tracciata, ridurre budget e strutture o addirittura rinunciare per destinare le risorse ai servizi della città? Ecco il dibattito che si è aperto sull’Expo ai tempi della crisi. «Recentemente — è ancora Pisapia a spiegare — il governo si è impegnato a finanziare una parte della metropolitana 4 che servirà per Expo, ma con una clausola che ci ha fatto impallidire». Ovvero: li verseremo «sulla base delle effettive disponibilità». Succederà così anche per gli oltre 800 milioni di euro per il sito espositivo? Il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli

mostra sicurezza: «Il governo non ha fatto tagli». Ma apre a un ridimensionamento di fronte alle difficoltà degli enti locali: «Secondo me lo spazio per rivedere il progetto c’è». Come? Lo dice a Radio Popolare: «Ridimensionando alcuni interventi come la Via d’acqua, ma salvando il cuore di Expo: padiglioni, sistemazione dell’area e parcheggi. I due commissari ci dicano cosa vogliono fare». Per risparmiare Matteo Salvini, invece, rilancia un vecchio cavallo di battaglia del Carroccio: «La Fiera di RhoPero è lì: sfruttiamola evitando di spendere soldi per le aree».

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Roberto Formigoni chiede «di non tentennare» per non produrre «una reazione negativa a catena». Anche il presidente della Regione lancia un appello rivolto, questa volta, alle istituzioni locali: «Non possiamo rimettere in discussione il progetto. Quello iniziale è già stato limato, economizzato». Il governatore auspica «che tutti si decidano a guardare all’Expo come un grande investimento. È un’occasione di crescita, non un costo o uno spreco. Mi rendo conto della difficoltà del momento, ma Expo va considerata una priorità». Il punto è sempre quello: i soldi — a cominciare da quelli del governo — ci sono? «Sia la Regione sia il governo hanno appostato nei loro bilanci le quote per Expo sin dal 2008: è un impegno concreto. Invito tutti a fare lo stesso».

Così cambia l'orto globale (foto) Il villaggio a Cascina Merlata (foto) La festa delle bandiere (foto)

Che sia un’occasione di sviluppo da non spegnere, lo pensa anche il presidente della Provincia Guido Podestà. Che, però, conferma la difficoltà a mantenere la quota del 10% di Expo spa: «Da tempo ho sottolineato come sia necessario essere realistici». La linea di Bruno Tabacci è quella del sindaco: «Se il governo c’è, anche gli enti locali ci sono». «Expo non si tocca», avverte l’assessore al Bilancio. Ma è «un impegno internazionale del Paese e il governo deve confermare le proprie cifre. Non penso che avrà dubbi, ma se avrà orientamenti diversi li deve precisare». Il Pdl con il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, chiede a Pisapia di non «trovare alibi». I soldi dello Stato «ci sono. Spero che il Comune non si iscriva al partito dei “No Expo”».

(19 agosto 2011)


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_agosto_19/20110819MIL02_06-1901320274298.shtml


L'evento 2015 Formigoni: in autunno l'ingresso del Comune nella società

Pisapia e i tagli al bilancio «Non rinunceremo a Expo»

Il viceministro Castelli: il progetto va ridimensionato

Essere realisti e, fatti i conti, rinunciare a Expo? Chiedere l'impossibile, rifare i conti, e non perdere l'occasione di Expo?
La stangata della manovra ha fatto vacillare la certezza di un'Esposizione Universale a Milano nel 2015, impegno già preso col Bureau di Parigi (e con i cittadini), che dovrà essere messo in pratica adesso con un budget nettamente più esile.

Il sindaco, però, non vacilla: Expo si farà. Al Tg3 della sera Giuliano Pisapia sottolinea con forza: «Entreremo nella società», la newco nella quale per ora solo la Regione ha fatto la sua parte, «con una quota paritaria». La palla passa a Roma: «Il governo faccia quello che si è impegnato a fare». Per le infrastrutture, per esempio, come il completamento della linea della metropolitana, senza appellarsi a «clausole che mi hanno fatto impallidire - cita Pisapia -: "Se ci saranno i soldi"...».Il Comune stringe la cinghia e procede verso il 2015, è il messaggio, ma non intende prestare il fianco all'esecutivo in «una manovra paragonabile a uno tsunami», come la definisce il sindaco in una nota a sostegno della manifestazione indetta dall'Anci sotto la Madonnina per il 29 agosto. La data è segnata nell'agenda di Palazzo Marino: sarà «una tappa importante per contrastare» il decreto anti crisi. «Milano sarà in prima fila nella battaglia per cambiare questa manovra iniqua e inaccettabile», conclude Pisapia.

Nell'attesa, bisognerà mettere in conto tagli e ristrutturazioni. Al capogruppo pdl Carlo Masseroli che aveva aperto alla collaborazione con la giunta «se saranno evitate nuove tasse», l'assessore al Bilancio Bruno Tabacci risponde con un «sì, ma»: se ne parlerà quando l'amministrazione Moratti sarà «disposta ad ammettete che ci ha lasciato in eredità 186 milioni di disavanzo potenziale».
Tagli o meno, non ha intenzione di perdere la sfida l'assessore alla Cultura (e all'Expo) Stefano Boeri, l'architetto che per l'appuntamento del 2015 si è speso già prima dell'ingresso in giunta. «La nostra partecipazione non è in discussione», dice. Con una concessione, però, agli Expo-scettici: «Qualcosa può essere rivisto».

Una linea di compromesso che si rafforza: tra i convinti e i dubbiosi, avanza ormai numerosa la corrente bipartisan di chi chiede di «ridimensionare il progetto». Capofila il titolare delle Finanze Giulio Tremonti, ieri s'è aggiunto pure il viceministro leghista ai Trasporti Roberto Castelli: «Salvare il cuore dell'esposizione - è la sua proposta -: padiglioni, sistemazione dell'area, parcheggi. Rivedere alcuni interventi come le vie d'acqua».

Posizione trasversale, con delle punte estreme «in casa». Gli alleati in consiglio comunale di Sel mantengono la (loro) barra: meglio rinunciare, ribadiscono al sindaco, che tagliare servizi sociali. L'assessore Tabacci non prende, però, nemmeno in considerazione l'abbandono del progetto Expo: «Sarebbe come se l'Italia rinunciasse alle sue missioni internazionali», taglia la discussione.
Dal Pirellone, il governatore Roberto Formigoni registra l'impegno e passa all'incasso: «Il Comune ci deve trenta milioni», scherza, anticipati dalla Regione a luglio, dovrebbero essere rimborsati in autunno. A settembre si comincerà a parlarne. «Ma serve più fiducia», avverte. Se c'è un Expo-convinto a Milano è lui, ne fa un punto d'onore: «Non so se circola malessere a Palazzo Marino - dice Formigoni -, ma il nostro atteggiamento non cambia. È una grande occasione, tanto più significativa in tempi di crisi. Un'occasione di riscatto anche economico, da considerare come un investimento, una spesa produttiva. Invito tutti a mostrare e trasmettere fiducia». Per infonderla anche agli operatori privati, sottolinea, che a questo punto potrebbero diventare essenziali.

Alessandra Coppola
19 agosto 2011 11:36

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