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Sarà che sono ipercritico ma non condivido questo progetto.
Il primo motivo di disaccordo è la buca sottocasa: tutte le volte che ci sono soldi da spendere e che (sulla carta) si invita la cittadinanza a indicare dove spenderli si dice sempre: "Ma dobbiamo evitare che il cittadino pensi alla buca sotto casa e guidarlo a pensare a progetti di più ampio respiro".
Il risultato è che siamo pieni di buche sotto casa (che potrebbero essere riparate con poco) e di progetti ambiziosi (che raramente vengono portati a termine.
Al cittadino dopotutto da fastidio proprio la buca sottocasa, quella che scassa gli ammortizzatori dell'auto, fa cadere pedoni e ciclisti e deturpa la sua città, quella che vede dal balcone.
La piccola manutenzione ordinaria, questo vuole il cittadino.
Il Teatro di Burri, l'Expo e tutti gli altri grandi progetti li vuole qualcun'altro, qualcuno che ha interesse a guadagnarci.
Il secondo punto di dissenso è l'egoismo delle richieste: "Bisogna insegnare al cittadino a non chiedere per se stesso ma per la collettività".
Questo discorso, pari pari, dovrebbe essere applicato agli amministratori pubblici.
Gli amministratori pubblici gestiscono i soldi degli altri e devono pensare al bene comune. Se prendono una decisione non devono porre i propri bisogni in primo piano ma quello dei cittadini.
Quando però si parla di cittadini e gli si chiede come spendere i loro soldi è la cosa più normale del mondo che antepongano i propri interessi.
E' assurdo pensare che un cittadino debba rispondere motivato dal fare gli interessi di qualcun'altro.
Anche perché poi si scopre che questo qualcun altro non è un cittadino ma un "potente" che ha gli strumenti medistici per convogliare consenso e far credere che i suoi interessi siano quelli di tutti.
In ultimo aggiungo che nel bilancio partecipativo non si dovrebbe chiedere solo come spendere i soldi, ma anche come fare i lavori e a chi affidarli. Dovrebbero essere i cittadini a scegliere le ditte appaltatrici e dare l'ultimo assenso sui progetti.
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