Rispondi
Rispondi a:
In tempi di elezioni ogni milanese riceve in casella uno o più volantini di candidati.
Resta comunque il miglior sistema a livello locale per pubblicizzare qualcosa, indispensabile per raggiungere chi non ha internet.
I costi sono ripagati dallo stato, stesso discorso per i manifesti.
Ecco che arriva il bilancio partecipativo, una cosa fatta per i cittadini e che non può prescindere dal fatto che TUTTI i cittadini siano informati.
Se così non fosse ci troveremmo di fronte a una grave discriminazione in cui alcuni e solo alcuni cittadini dispongono di un grande potere, mentre gli altri ne sono esclusi.
Questo è ancor più vero se si osserva come è stata organizzata questa attività, per cui all'inizio (quando in pochi conoscono l'iniziativa) si scelgono i progetti da sviluppare (con un moderato coinvolgimento dei cittadini rispetto ai professionisti e alle istituzioni).
Alla fine di questo percorso, quando i progetti saranno stati selezionati e preconfezionati da pochi, ci scommetto che saranno coinvolti tantissimi cittadini che avranno la sensazione (solo la sensazione) di essere stati loro a decidere.
Così sembrerà davvero, ma in realtà su progetti proposti da pochi, e a pensar male sponsorizzati dai soliti furbi al governo.
Per scongiurare tutto ciò basterebbe introdurre un'ulteriore scelta per il cittadino: se nessun progetto convince, la possibilità di dire NO.
Perché temo che così in qualche zona sarà fatta qualche porcheria che nessuno vuole ma che va fatta "per forza" perché ormai i soldi sono stanziati e uno dei progetti va comunque realizzato anche se fanno tutti pena.
Accedi
Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati