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Inviato da avatar Alex Pojer il 27-07-2015 alle 20:19

Enrica,

Apprezzo la tua analisi di alcune criticità che individui nelle scelte compiute nel governo della città, ma non entro nel merito dei giudizi che esprimi sulle singole scelte.

Questo, per due ragioni:

1) questo non è il contesto ideale per dibattere problematiche specifiche e sviluppare soluzioni

2) se si riconosce che dei problemi esistono, allora tali problemi non possono essere avulsi dalla guida che l'amministrazione ha espresso. Cioè, ci deve essere una responsabilità oggettiva di chi interpreta quel ruolo di guida.

A parte i cavilli burocratici che hanno impedito il corso della giustizia, un esempio lo posso estrapolare dalle recenti questioni giudiziarie del processo Eternit: l'imprenditore non poteva non conoscere l'effetto nocivo delle polveri d'amianto, quindi (se non fosse scattata la prescrizione) sarebbe colpevole, perché responsabile.

Allo stesso modo, non possiamo negare la responsabilità di un sindaco nel governo della propria città, indipendentemente dagli equilibri politici che ne hanno determinato l'elezione.

Questo, per altre due ragioni:

1) il sindaco è il depositario della fiducia della maggioranza degli elettori, quindi ha un dovere morale nei loro confronti (non dei partiti che lo sostengono), che lo obbliga a perseguire una coerenza imprescindibile, a costo delle dimissioni

2) nel caso invece che i problemi siano frutto di incompetenza, allora le dimissioni dovrebbero  essere un atto dovuto.

Posto ciò, io ricomincerei dal basso, dai  cittadini, non da alcun "organo" intermedio che possa assurgere a rappresentarli (vedi partiti, comitati, associazioni, ecc.).

Quando discuti coi cittadini, ti accorgi che la soluzione ai problemi quotidiani è più semplice di quanto possa apparire dall'alto. I cittadini vivono il disagio, ma sanno benissimo come rimuoverlo.

La costruzione di  una soluzione, però, non può essere "individuale", ma deve nascere e svilupparsi in un contesto di gruppo inclusivo, in cui non vale la regola tanto cara ai manipolatori ("la maggioranza decide"), ma quella più umile dell'ascolto per rimuovere le tensioni di una società umanizzata ("la maggioranza si apre completamente alla minoranza").

Per quanto riguarda le Primarie all'italiana, come già detto in altro post, sono semplicemente una farsa per dare l'illusione di una decisione. Come quel trucco di magia, in cui tu riveli il numero che hai pensato e l'illusionista ti dice che il foglietto che riporta il tuo numero si trova sotto il vaso rosso. Naturalmente, lui ha un numero pronto per ciascuna tua scelta.

In questo contesto, nessuno può decidere perché qualcun altro ha già deciso per te.

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