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Inviato da avatar Paola Bocci il 24-12-2015 alle 10:18

Perché resta tanta amarezza dopo la sconfitta in aula della delibera degli scali ferroviari?

Per tanti motivi. Il primo per come è avvenuta la mancata approvazione della ratifica, con la maggioranza di misura ostinata e presente in aula, ma che subisce l’opposizione di centrodx (che si era espressa in ben altro modo nei panni di consiglieri regionali) alleata con pezzi di maggioranza che attraverso l’ostruzionismo hanno ritardato il voto e l’approvazione portando il dibattito oltre il termine dato.

Tutto legittimo, ma resta il dubbio e l’amarezza che da parte dell’opposizione sia stata una battaglia ideologica con il fine di mettere in difficoltà maggioranza e Giunta senza considerare gli anni di fermo che ci aspettano sul tema.

Ma sostanzialmente il motivo che costa di più è il dover ricominciare da capo.

Io credo che parte di quei pezzi di maggioranza che hanno osteggiato questa delibera, insieme al centro dx, abbiano avuto pochissima lungimiranza e poca disponibilità ad accogliere l’introduzione della possibilità di essere consultati in fase di modifiche di strumenti attuativi.

Senza pensare al tempo che non è proprio benevolo.

Bisognerà che chi ha fermato l’approvazione della deliberà, nella serata del 17,  adesso sia capace di raccontare bene ai cittadini e ai comitati, di zone in presenza di scalo, la bontà delle sue motivazioni.

Molti sono stati negli anni gli inviti a discuterne in loco, con il supporto prezioso per spiegare processi e percorsi di trasformazione, perché adesso sarà difficile riprendere il percorso di spiegazione informazione su presente e possibile futuro che si è interrotto.

E spiegargli ancora perché  adesso sarà difficile recuperare e rimanere dentro a confrontarsi a soluzioni condivise di riuso temporaneo di quegli spazi.  E bisognerà aspettare parecchio perché un accordo articolato sia di nuovo in essere con Regione e Comune.

Ecco mi sarebbe piaciuto vedere in aula qualche cittadino di quei comitati di  quartiere che dal 2013 ha affrontato ed è stato informato di questi processi di cambiamento.

Chiedere a chi abita se ha compreso e comprende queste logiche di muro contro muro;  se ogni volta che passerà a fianco di una di queste aree, abbandonate sottouilizzate e pronte per diventare ancor di più terra di nessuno in balia del degrado, penserà di doversi accontentare di immaginare e sognare quello che potranno diventare e perché  per ora sono sogni limitati e così in là nel tempo.

Molti aspetti dell’Accordo sono ambigui o distanti dal pensiero di parte di noi e crediamo possano essere migliorati.

Curioso ascoltare i desideri e gli investimenti emotivi di piccoli cittadini  che molto hanno sperato per la sorte futura  di una in queste  zone cerniera dove abita.

E allora sarà importante  ancora una volta fidarsi o affidarsi a chi dell’Urbanistica e delle sue implicazioni su società e comunità  molto sa e può condurre alla comprensione.

Sperando che non si attendano mesi, anni,  decenni prima di riprendere in mano  in modo sistematico l'Accordo, perché Milano non può troppo a lungo aspettare. 

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