Buongiorno a Massimo e a tutte le persone che sono intervenute.
Come Consigliere metropolitano ho una responsabilità in più nel non aver saputo fermare quanto accaduto. Anzi, per essere preciso, di non essermi nemmeno reso conto di ciò che stava accadendo, se non dopo che me lo ha fatto notare Fiorella De Cindio anche in ragione del mio voto di astensione sul provvedimento (che non riguardava solo la fondazione RCM ma anche altri enti con i quali la Città metropolitana ha sciolto gli impegni).
Posto quindi qui, pubblicamente, quanto ho scritto a Fiorella, non essendoci nulla di "riservato" nella mia risposta.
"Fiorella,
ti prego di credere che non mi sono reso conto di questo voto.
Capisco che ciò non depone certo a favore della serietà dell'istituzione, e magari nemmeno della nostra, ma le condizioni di lavoro sono tali da vederci passare sotto gli occhi pacchi di documentazione senza avere la possibilità materiale di leggerli, senza nemmeno una persona di segreteria per aiutare a esaminarli.
Più di una volta, e credo anche nella seduta in questione (ma devo recuperare il verbale) siamo intervenuti proprio per denunciare la trasformazione del Consiglio metropolitano in "camera di ratifica" (ho utilizzato questa espressione) di atti confezionati dalla burocrazia.
Il nostro voto di astensione è spesso motivato nei nostri interventi con l'impossibilità di studiare le carte, e lo usiamo per distinguerlo da un voto "contrario" che presumerebbe una vera e consapevole contrarietà nel merito.
Resta il rammarico per non avere capito prima il contenuto del voto, perché altrimenti non avremmo avuto motivi per NON fare resistenza, magari non soltanto con il voto.
Ribadite le mie scuse, ti confermo la disponibilità a fare quanto sarà da fare per riaprire la questione."
