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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 22-10-2010 alle 11:15

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/22/news/dalle_scintille_all_abbraccio_il_faccia_a_faccia_tra_fo_e_boeri-8326549/

POLITICA

Dalle scintille all'abbraccio
il faccia a faccia tra Fo e Boeri

Il premio Nobel: "Con te hanno fatto un miracolo, almeno conosci bene la nostra città"
Il candidato sostenuto dal Pd: "Ho sempre fatto politica con la mia professione come te"
di RODOLFO SALA

Una stretta di mano davanti alla platea chiude l´incontro al teatro della Cooperativa "Devi aiutarmi, è importante" La sfida del Nobel al candidato: "Sei competente ma dove eri cinque anni fa?" La replica: "Non sono un politico" L'inizio promette bene, ma il fair play è un solo un piccolo ingrediente, in questo faccia a faccia tra il Giullare e l'Architetto. "Con te hanno fatto un miracolo - dice Dario Fo a Stefano Boeri - perché almeno sei uno che la città la conosce bene; non posso dimenticare che l'altra volta scelsero uno che con Milano e con noi non c'entrava niente".

Però non sono mica tutte rose e fiori e al teatro Cooperativa di Niguarda, dove il direttore di Affari italiani Angelo Perrino ha "convocato" ieri i due per un pubblico confronto, cominciano subito ad accendersi le scintille. Boeri è "competente", riconosce il Premio Nobel: "Ma dov'eri cinque anni fa, quando alle altre primarie noi tenevamo centinaia di incontri nelle periferie per costruire tutti insieme un progetto di città? Eri lì che costruivi grattacieli". La sala rumoreggia, parte un applauso a rimarcare i mali di pancia che hanno preso una fetta di popolo della sinistra davanti alla candidatura di Boeri, l'architetto che ha lavorato per "l'Expo della Moratti", come dirà Basilio Rizzo in veste di "coadiuvante" di Fo. E lui, il candidato sindaco che il Pd ha deciso di appoggiare, tira fuori la grinta: "Non sono un politico, ma ho sempre fatto politica con la mia professione, come del resto, caro Dario hai sempre fatto tu".

La sua politica, buona politica, è la rivendicazione orgogliosa di almeno due progetti, i più controversi: il Bosco verticale all'Isola e l'Orto botanico per l'Expo. Ma poi qualcosa ammette: "Nell'Expo ci sono stato dentro fino a quando non ho capito che avrebbero fatto un grosso regalo ai privati con la scelta del comodato gratuito per le aree espositive; a un certo punto per fare politica ci vuole un cambio di passo, per questo mi sono candidato". Applaude anche Fo, le scintille ci sono, ma vuoi mettere con gli stracci che volavano cinque anni fa tra il Nobel allora candidato sindaco e Bruno Ferrante, quello che "gli eredi del Pci misero lì calandolo dall'alto e senza coinvolgere la città". La requisitoria più dura tocca a Basilio Rizzo, seduto accanto a Fo: "Per sconfiggere la Moratti non posso prendere in mano le sue bandiere, che la vicenda dell'Expo sarebbe finita così, con una colata di cemento, lo si sapeva fin dall'inizio". E all'inizio Boeri stava nella consulta degli architetti che lavora al progetto della grande esposizione.

"Se un archistar come Stefano - attacca Rizzo - avesse detto subito di non essere d'accordo sarebbe stato meglio". In ogni caso anche per questo veterano del consiglio comunale l'appoggio a Boeri sarà "scontato" se fosse lui a vincere le primarie. Gli arrivano altre critiche, tra cui quella di aver lavorato per Ligresti nel progetto Cerba, e Boeri replica che il costruttore di Paternò non era l'unico partner di quel progetto: "Ce ne sono altri, sempre più determinanti". E anche Fo sembra un po' sollevato. Ma il colpo l'archistar, come lo chiama Rizzo, lo fa con un paragone. Tra lui e il Giullare: "Dario, tu negli anni Settanta hai portato Mistero Buffo in Rai, la Rai di Andreotti, e fu un'idea straordinaria che ha infranto il muro dei pregiudizi". È per dire che la sinistra non deve avere paura di sporcarsi le mani, di utilizzare tutti gli strumenti utili per cambiare le cose. Ma Fo insiste: "Adesso parli bene però io torno a chiederti dov'eri cinque anni fa: non stare davanti alla scrivania, vai giù a sentire che cosa pensa la gente, non compiacerti della tua grandezza".

Boeri un po' controbatte e un po' conviene: "Cinque anni fa non c'eri solo tu, c'erano tanti altri a immaginare un'altra Milano e io ero tra questi; però hai ragione, da parte mia c'è stato un eccesso di narcisismo e di presunzione nel modo di fare l'architetto in questa città". Finisce con una stretta di mano, un regalo di Boeri a Fo (il libro "Milano, cronache dell'abitare") e una richiesta: "Dario, dammi una mano, ci tengo molto".

(22 ottobre 2010)

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